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La Camera approva la riforma della Costituzione (senza il voto dell’opposizione)

Via libera della Camera dei deputati, in seconda e ultima deliberazione, alla riforma della Costituzione del Governo Renzi. Le opposizioni scelgono di non partecipare al voto finale.
A cura di Redazione
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Il Parlamento ha approvato in via definitiva la riforma della Costituzione, impostata dal disegno di legge che porta la firma del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi. Il ddl, che ha il titolo “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, ridisegna l’architettura costituzionale dello Stato, le funzioni delle Camere, le competenze delle Regioni e i volumi della spesa pubblica relativi (qui una scheda in cui cerchiamo di capire cosa cambia con la riforma).

Il via libera definitivo del Parlamento (dopo 6 voti e la doppia “seconda deliberazione” di Camera e Senato) è giunto dopo una discussione durata due giorni, con le dichiarazioni di voto che hanno fatto chiarezza sugli orientamenti di voto dei singoli gruppi. L’opposizione, che da mesi contesta duramente tanto il merito delle scelte quanto il metodo utilizzato dal Governo per “portare a casa” il provvedimento, ha scelto di non partecipare al voto finale, abbandonando l’Aula.

Diverso il tono della maggioranza, che ha difeso con decisione le scelte della riforma. Lo stesso Presidente del Consiglio aveva illustrato, durante la relazione tenuta nella giornata di eri, quelli che ritiene essere i principali meriti della riforma: “Il procedimento legislativo diventa più snello, si ferma l'abuso della decretazione d'urgenza cui neanche noi possiamo dichiararci immuni, senza che si tocchi il sistema di pesi e di contrappesi si interviene sul Titolo V rendendo lo Stato più responsabile, si elimina il bicameralismo perfetto che era considerato da tutte le forze politiche un tabù da abbattere".

A questo punto, per rendere definitiva la modifica della Carta Costituzionale servirà la ratifica degli italiani, che saranno chiamati alle urne per il referendum confermativo, senza quorum che dovrebbe tenersi nel prossimo autunno.

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