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La Camera approva il decreto legge sulle intercettazioni: cosa cambia

La Camera ha dato il via libera definitivo al decreto sulle intercettazioni, che ora diventerà legge. Ci sono importanti indicazioni in merito all’utilizzo delle intercettazioni e dei cosiddetti trojan, che entreranno in vigore dal prossimo maggio 20202: vediamo nello specifico cosa cambia con il nuovo decreto legge sulle intercettazioni.
A cura di Annalisa Girardi
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Con 246 voti favorevoli e 169 contrari, la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto sulle intercettazioni, che ora diventerà legge. Con l'approvazione finale arrivano alcune importanti novità che entreranno in vigore dal prossimo 1° maggio 2020. Dieci giorni fa la maggioranza aveva raggiunto un accordo in merito, a seguito di diverse giornate di scontri tra le forze politiche del governo. Ci sono importanti indicazioni in merito all'utilizzo delle intercettazioni e dei cosiddetti trojan: vediamo nello specifico cosa cambia con il nuovo decreto legge.

Sulle intercettazioni la decisione spetta al pm. Sarà il pubblico ministero, e poi il giudice per le indagini preliminari a dover valutare la rilevanza delle intercettazioni. Questa prerogativa in precedenza, secondo quanto stabilito dalla riforma Orlando, era associata alla polizia giudiziaria, che aveva il compito di selezionare il materiale che potesse essere effettivamente utili alle indagini e quale, invece, fosse da considerarsi irrilevante. I pm dovranno anche controllare che nei verbali non vengano inserite espressioni lesive della reputazione dei singoli, così come dati sensibili: questi saranno poi depositati insieme alla registrazioni entro 5 giorni e agli avvocati delle difesa sarà concesso estrarre una copia delle intercettazioni rilevanti. Quelle invece considerate irrilevanti, come menzionato, rimarranno segrete.

Le intercettazioni irrilevanti non saranno pubblicate. Le registrazioni che non risulteranno importanti per le indagini non saranno inserite nel fascicolo. Il decreto interviene più chiaramente rispetto a come debbano essere trattate a livello giuridico le cosiddette intercettazioni irrilevanti. Emerge quindi il divieto di pubblicazioni, a differenza di quelle considerate rilevanti per le indagini che, essendo a verbale, potranno essere diffuse.

Esteso il numero di casi in cui è possibile l'utilizzo del trojan. Si tratta di uno dei provvedimenti che ha riscontrato più critiche: con il nuovo decreto, sarà possibile utilizzare i captatori informatici non solo per i reati contro la pubblica amministrazione commessi da pubblici ufficiali, ma anche per quelli dagli incaricati di pubblico servizio, purché la pena prevista sia la reclusione oltre cinque anni. Inoltre, le intercettazioni attraverso i trojan potranno avvenire anche tra le mura di casa, "previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l'utilizzo".

Utilizzo delle intercettazioni in altre indagini. Un'altra novità riguarda la possibilità di utilizzare una particolare intercettazione come prova di reato  anche in indagini diverse da quelle per cui erano state disposte. Ma solo se ritenute "rilevanti e indispensabili" e se riguardano reati gravi per cui è obbligatorio l'arresto in flagranza. I reati di particolare gravità sono indicati tassativamente dall'articolo 266 del codice di procedura penale.

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