La bozza del Dpcm Ucraina: con la protezione temporanea via libera ad assistenza sanitaria e scuola

Il permesso di soggiorno per la protezione temporanea, attivata dall'Unione europea per affrontare la crisi di rifugiati dall'Ucraina, dovrebbe durare un anno ed essere rilasciato direttamente dai questori. È quanto si legge nella bozza del nuovo Dpcm allo studio del governo, riportata da alcune agenzie di stampa. Il permesso potrà essere "automaticamente di sei mesi in sei mesi per un periodo massimo di un anno", a meno che Bruxelles non decida di interrompere il programma.
Con questo speciale permesso di soggiorno, che dopo essere richiesto in questura viene rilasciato in formato elettronico, i rifugiati ucraini avranno "accesso all'assistenza erogata in Italia dal servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio". Con la protezione temporanea, in altre parole, viene garantito il diritto all'assistenza sanitaria: basterà iscriversi alla Als del proprio domicilio per ricevere un medico di base. Inoltre, "il titolare di permesso di soggiorno per protezione temporanea può presentare, in qualsiasi momento, domanda di protezione internazionale" e "l'esame e la decisione della domanda di protezione internazionale sono differiti alla cessazione della protezione temporanea".
Nel testo all'esame del governo vengono anche contenute alcune eccezioni per cui il permesso temporaneo potrebbe non essere rilasciato, ad esempio quando "sussistano motivi ragionevoli per considerare il richiedente un pericolo per la sicurezza dello Stato". Tuttavia, "l'esclusione della protezione temporanea non preclude la possibilità della presentazione di una domanda di protezione internazionale". E nel caso in cui sia stata in effetti presentata la domanda di protezione internazionale, non verrà adottato il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale.
Tornando all'accoglienza dei profughi, tutta la gestione è in capo alle resti assistenziali del ministero dell'Interno . "Alla disciplina delle misure assistenziali" si provvede tramite ordinanze del capo della Protezione civile "in attuazione dello stato di emergenza" che il governo ha proclamato lo scorso 28 febbraio, alcuni giorni dopo l'invasione. Queste ordinanze dovranno assicurare "il coordinamento tra le misure assistenziali e il sistema di accoglienza", prestando particolare attenzione ai minori non accompagnati.