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La Boschi sulla Salva-Berlusconi: “In Francia legge uguale”. Ma non è vero

La posizione del ministro per le Riforme sulla versione d’oltralpe dell’articolo 19 bis del decreto attuativo della delega fiscale. Ma le cose stanno un po’ diversamente da quello che afferma.
A cura di B. C.
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In molti l’hanno definito il “Salva-Berlusconi”. E’ l’articolo 19 bis del decreto attuativo della delega fiscale, quello con il quale l’ex premier potrebbe ritrovarsi graziato e recuperare la sua agibilità politica (attualmente compromessa dalla condanna definitiva per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset, per il quale l’ex Cav oggi ha saputo della “liberazione anticipata”). Ma per il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, non si tratta di una norma ad personam, bensì di un provvedimento esistente anche altrove. “In Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità”, ha assicurato ieri la Boschi durante la trasmissione L’Arena, su Rai Uno. “Non credo che possiamo fare o non fare una norma, che riguarda60 milioni di italiani, perché c’entra o meno Berlusconi. Così si resta fermi agli ultimi 20 anni…”, ha detto il ministro, ospite del programma di Giletti, a proposito di quanto inizialmente previsto sull’evasione fiscale dal decreto del governo poi rinviato. “La norma – precisa il ministro – non è a favore di Berlusconi, ma riguarda tutti. Come ha detto Renzi, il 20 febbraio riaffronteremo il tema. Ma che non sia una norma per Berlusconi lo dimostra il fatto che in Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità dell’evasione fiscale ai fini penali”.

Ma la Boschi, come fa notare oggi il Fatto Quotidiano, non la racconta esattamente giusta. Il Code général des impôts prevede infatti due soglie: una è effettivamente del 10%, ma l’altra è davvero bassissima (appena 153 euro). Da quella soglia in su, l’evasione è reato. “Chiunque si sia fraudolentemente sottratto o abbia tentato di sottrarsi al pagamento totale o parziale delle imposte previste in questo codice – spiega l’articolo 1.741 nella formulazione entrata in vigore nel 2013 – sia che abbia volontariamente omesso di presentare la dichiarazione nei tempi prescritti, o abbia deliberatamente nascosto parte degli importi soggetti a imposta, sia che abbia organizzato la propria insolvenza o abbia ostacolato in altri modi la riscossione, o abbia messo in atto qualsiasi altro tipo di condotta fraudolenta, è passibile, indipendentemente dalle sanzioni fiscali applicabili, di una multa di 500.000 euro e del carcere per cinque anni. (…) Questa disposizione si applica nel caso in cui l’occultamento superi un decimo della base imponibile o la cifra di 153 euro“. Praticamente sono solo le microevasioni a essere “sanate”: per il resto, il fisco francese può procedere penalmente contro ogni evasione superiore ai 153 euro. Tocca poi all’Agenzia delle entrate indicare alla magistratura quali evasioni perseguire.

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