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La Boschi blinda la legge elettorale: “Non servono modifiche, va bene così”

Riprende il percorso parlamentare dell’Italicum: il ministro Boschi chiude ad ulteriori modifiche e allontana la possibilità di un altro passaggio al Senato.
A cura di Redazione
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Non è servito nemmeno l’appello lanciato dalla componente che fa riferimento al capogruppo del Partito Democratico alla Camera Roberto Speranza: l’Italicum non sarà modificato alla Camera e dunque non ci sarà bisogno di un ulteriore passaggio al Senato della Repubblica. A confermarlo è stata direttamente Maria Elena Boschi, dopo la riunione in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati (con la quale è praticamente iniziato l’iter della legge elettorale a Montecitorio): “Dal punto di vista del governo questa legge elettorale è corretta, funziona, va bene e non c'è necessità di modifiche”.

Le dichiarazioni del ministro per le Riforme ed i Rapporti col Parlamento seguono del resto quelle dei maggiorenti del PD, che fanno sempre riferimento al via libera ottenuto dalla relazione di Matteo Renzi nell’ultima direzione nazionale del partito. Insomma, nessuno spazio per ulteriori mediazioni e nessuna concessione alla “diplomazia interna”, che pure aveva provato a far notare come si potesse cambiare una legge nata “nella cornice del patto del Nazareno”, proprio in considerazione dei mutati equilibri politici e del fatto che l’intero percorso di riforme istituzionali dovrà fare a meno di Forza Italia nei prossimi passaggi parlamentari. Una decisione che sembra rispondere alla necessità di ottenere un rapido via libera definitivo, considerando che in caso di nuove modifiche l'Italicum dovrebbe tornare al Senato. 

Da oggi, dunque, comincerà l'ultimo passaggio parlamentare in vista dell'approvazione della nuova legge elettorale, con la conferma dei punti cardine dell'Italicum: 100 collegi, capilista bloccati, liste corte di collegio con preferenze, ballottaggio per premio di maggioranza nel caso in cui nessuna lista ottenesse il 40% dei consensi, soglia di sbarramento unica al 3% e assegnazione dei seggi su base nazionale.

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