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La Bindi insiste: No ai matrimoni gay (VIDEO)

Rosy Bindi, contestata anche alla Festa dell’Unità di Roma, punta i piedi sulla questione delle coppie di fatto: “Se andate avanti col massimalismo rimpiangerete anche le unioni civili”.
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"Sabato non si è aperta una questione, ma si è chiusa, con l'approvazione a larghissima maggioranza di una posizione molto chiara e condivisa dal Partito". E' questo il Bindi – pensiero sulla tanto dibattuta questione delle unioni civili e dei matrimoni gay, ribadito dal palco della Festa dell'Unità di Roma. Un intervento teso, con momenti di grande nervosismo e con una marcata contestazione nei confronti della Presidente del Partito Democratico, finita nell'occhio del ciclone per aver impedito la votazione dell'Assemblea Nazionale su un odg che avrebbe impegnato i democratici ad una presa di posizione più netta sulla questione. La linea della Bindi in tal senso è chiara: profondo rispetto per le diverse posizioni, ma decisa rivendicazione del suo lavoro in direzione di una posizione condivisa, frutto di una mediazione lunga e complessa. "Non imporremo agli altri la nostra morale, non lo praticheremo mai il bipolarismo etico in Italia", per poi ribadire la sua condizione di "cattolica" all'interno del Partito: "Forse avrei potuto fare anche un partito mio, io ho bisogno di voi e se voi non sentite lo stesso bisogno, forse siete voi che dovete andare da un'altra parte, non io […] In questo partito non c'è una cultura egemonica, io non sono venuta a fare l'indipendente cattolica dentro il partito della sinistra".

Poi, quello che è il vero nodo dell'intera questione. Ovvero l'idea che le posizioni "massimaliste" porterebbero necessariamente ad un arretramento sostanziale, con tanto di esempio sui "vescovi che non volevano i Dico perché li consideravano un matrimonio". E' chiaro però che simili considerazioni prestano il fianco a critiche sia politiche che "ideologiche". Se infatti non si capisce in che modo possa essere considerata una forzatura massimalista l'espressione di posizioni di buonsenso su questioni delicate che riguardano direttamente la vita di migliaia di persone, allo stesso tempo verrebbe da chiedersi in che modo il "timore" dei vescovi possa influenzare le deliberazioni di un partito e gli atti di Governo di uno stato laico. Che piaccia o meno alla Bindi, Obama e compagnia non sono affatto "pericolosi massimalisti" e il "suo popolo" è già molto più avanti di lei nel "percorso condiviso" di cui parla. Che le piaccia o meno, la sfera dei diritti individuali (e non parliamo della questione di genere, per carità…) è qualcosa che va oltre le sue "prerogative" di Presidente del PD e la discussione in tal senso è tutto fuori che preclusa.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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