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La Bce preoccupata per l’incertezza politica e i Pnrr: “Serve attuazione più efficace”

In una riunione dello scorso luglio la Bce ha espresso alcune preoccupazioni sull’attuazione dei Pnrr da parte dei governi dell’Eurozona, dicendo che dovrebbero concentrarsi di più sulla loro efficacia.
A cura di Annalisa Girardi
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Alla Banca centrale europea sono un po' scettici sull'attuazione, da parte dei governi, dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Le politiche di bilancio dei prossimi anni saranno sicuramente una "sfida" per le autorità dell'Eurozona, che secondo i banchieri di Francoforte dovrebbero concentrarsi di più sull'efficacia dell'attuazione dei Pnrr che sulla rapidità con cui agiscono. È quanto emerso dai verbali di una riunione che si è tenuta tra il 17 e il 18 luglio scorsi, quando i membri del board hanno espresso "preoccupazione" per l'incertezza politica registrata in diversi Paesi. Con i governi che cambiano (e il 2024 è stato un anno di elezioni in molti Paesi, altri si sono trovati in anticipo alle urne) "potrebbe esserci meno consolidamento fiscale di quello che ci si attende", hanno avvertito i banchieri.

Soprattutto, c'è il pericolo che si acuiscano le differenze tra i Paesi membri e questo aumenterebbe la vulnerabilità dell'Eurozona in un momento economico ancora precario. A settembre sono attesi i piani pluriennali di bilancio dei Paesi membri, la cui credibilità – si legge ancora nei verbali della Bce – dipende da un rispetto delle norme Ue "rapido e serio".

A settembre, inoltre, è anche prevista una riunione dove si faranno tutte le valutazioni necessarie per capire se rivedere o meno il livello di restrizioni delle politica monetaria: "Tale riunione dovrebbe essere affrontata con una mentalità aperta, il che implica anche che la dipendenza dai dati non equivale a un'eccessiva attenzione a singoli dati specifici. Infine, la politica dovrebbe continuare a basarsi sugli elementi consolidati della funzione di reazione", si legge ancora nei verbali, in cui i banchieri centrali spiegano anche che dal mese prossimo "saranno disponibili anche i dati per il secondo trimestre, tra cui crescita del Pil, le retribuzioni per dipendente, margini di profitto e produttività, insieme ad altre due pubblicazioni dell'Indice armonizzato dei prezzi al consumo, nonché indicatori monetari e indicatori soft più tempestivi per l'attività e la fiducia dei consumatori".

Da parte sua il Consiglio direttivo della Bce ha sottolineato che nonostante sia importantissimo "far scendere l'inflazione in modo sostenibile e tempestivo verso l'obiettivo", allo stesso tempo "una graduale attenuazione della restrizione delle politiche è un atto di equilibrio, poiché è importante anche non danneggiare indebitamente l'economia mantenendo i tassi a un livello restrittivo troppo a lungo".

Insomma, la volontà è quella di proseguire nel taglio dei tassi, ma è un'operazione che richiede attenzione e che deve essere fatta soppesando bene ogni passaggio. "È tempo che la Banca Centrale Europea prenda coraggio e tagli il costo del denaro visto anche il rischio recessione in Germania in maniera consistente, non bastano 0,25 ogni volta, quindi bisogna intervenire a mio giudizio in maniera drastica", ha commentato Antonio Tajani, dal Meeting di Rimini.

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