La Bce dice che i Paesi dell’Eurozona potrebbero andare in recessione: “Sarà breve e poco profonda”
I Paesi dell'Eurozona potrebbero cadere in recessione nel prossimo trimestre. Ma sarà breve e poco profonda. Questa almeno è la previsione della Banca centrale europea, per cui "l'economia dell'aera euro potrebbe subire una contrazione dovuta alla crisi energetica, all'elevata incertezza, all'indebolimento dell'attività economica mondiale e alle condizioni di finanziamento più restrittive". Secondo i tecnici di Francoforte, però, si tratterebbe appunto di "una recessione relativamente breve e poco profonda".
Al di là del breve periodo, però, ci dovrebbe essere una ripresa, anche se per il 2023 la crescita prevista è contenuta e rivista significativamente a ribasso dalla Bce, rispetto alle proiezioni precedenti.
"In base alle ultime proiezioni dell'Eurosistema una recessione sarebbe relativamente breve e poco profonda", ha confermato anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa. La stima di crescita del 2023, ha poi aggiunto, è dello 0,5%, con la guerra in Ucraina che continua a "porre un rischio significativo".
Lagarde ha quindi proseguito affermando che i "rischi per lo scenario d'inflazione sono principalmente al rialzo". La Bce ha infatti deciso di alzare i tassi, sottolineando che questi debbano salire ancora "significativamente" perché "l'inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e, secondo le proiezioni, si manterrebbe su un livello superiore all'obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato".
Per la presidente della Bce, proprio per non rischiare di alimentare l'inflazione, le misure di bilancio dei diversi Paesi dovrebbero essere temporanee e indirizzate alla protezione delle fasce più vulnerabili, le più colpite dall'inflazione.
"Rischiamo di avere inflazione e recessione, un incubo che potrebbe diventare realtà", aveva detto circa un mese fa il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando delle previsioni economiche per l'anno in arrivo e sottolineando come fosse sempre più urgente una politica comunitaria europea per mitigare i costi dell'energia e gli altri effetti negativi della guerra in Ucraina.