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La Bce critica la tassa agli extraprofitti delle banche: “Crea incertezza e mette a rischio crescita”

È arrivato il parere legale della Banca centrale europea sulla tassa agli extraprofitti bancari, voluta dal governo per aiutare famiglie e imprese sobbarcate da tassi alle stelle su mutui e prestiti: per Francoforte i rischi sono molti, dalla crescita economica alla frammentazione del quadro finanziario europeo.
A cura di Annalisa Girardi
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La Banca centrale europea dice la sua sulla tassa agli extraprofitti delle banche, voluta dal governo per sostenere le famiglie che si trovano sobbarcate dai tassi di interesse insostenibili su mutui e prestiti. I banchieri di Francoforte chiedono cautela all'Italia e sottolineano come, pur comprendendo l'intento della misura, questa rischi di pesare sulla crescita economica e di incidere sulla politica monetaria. E lanciano l'allarme sui piccoli istituti, che rischiano di trovarsi in difficoltà.

Secondo la Bce – che oggi ha pubblicato il parere legale firmato dalla presidente Christine Lagarde, richiestole direttamente dal Mef – il governo italiano deve stare attento a garantire "che l'imposta straordinaria non incida sulla capacità dei singoli enti creditizi di costituire solide basi patrimoniali e di effettuare adeguati accantonamenti per maggiori svalutazioni e un deterioramento della qualità creditizia". Altrimenti in situazioni critiche, come il caso di una recessione, le banche potrebbero trovarsi esposte a rischi che inciderebbero anche sulle misure di politica monetaria: "Limitare la capacità degli enti creditizi di mantenere posizioni patrimoniali adeguate o di costituire con prudenza accantonamenti nel contesto di una possibile flessione della qualità creditizia potrebbe mettere a repentaglio una regolare trasmissione delle misure di politica monetaria", si legge ancora nel documento.

Il rischio è anche per la crescita economica. Nel parere infatti si legge:

 Imporre un’imposta straordinaria al settore bancario potrebbe rendere più complicato per gli enti creditizi accumulare riserve supplementari di capitale in quanto i loro utili non distribuiti si ridurrebbero, e ciò diminuirebbe la loro capacità di tenuta di fronte a shock economici. In effetti, tali imposte straordinarie potrebbero avere effetti economici negativi limitando la capacità degli enti creditizi di erogare credito, contribuendo a condizioni meno favorevoli per i clienti quando erogano prestiti e altri servizi. È essenziale che gli enti creditizi abbiano una solida base patrimoniale per assolvere il loro ruolo di intermediari del credito nell’economia. L’aumento dei costi e la riduzione dell’offerta di credito, o i costi più elevati di altri servizi bancari, possono incidere negativamente sulla crescita economica reale.

I banchieri della Bce hanno anche sottolineato come sia "necessaria una chiara separazione tra la natura straordinaria dei proventi e le risorse di bilancio generali di un governo per evitarne l'uso a fini generali di risanamento di bilancio". Per poi mettere sul tavolo il problema della fiducia degli investitori: "L’imposta straordinaria potrebbe rendere più costosa l’attrazione di nuovo capitale azionario e di finanziamenti all’ingrosso per le banche, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno propensione a investire negli istituti di credito italiani che hanno una prospettiva più incerta", si legge nel parere firmato da Lagarde. Secondo cui si apre anche un problema di "incertezza politica riguardo al quadro fiscale", visto il carattere retroattivo della misura.

C'è anche un rischio, secondo la Bce, per l'intero sistema finanziario europeo: "L’imposta straordinaria può portare a una frammentazione del sistema finanziario europeo a causa della natura eterogenea di tali imposte per il settore bancario. Il rischio di una doppia imposizione per gli enti creditizi che operano anche attraverso succursali in altre giurisdizioni in cui si riscuote ugualmente un’imposta straordinaria può rappresentare un’ulteriore fonte di tale frammentazione".

Il parere legale da Francoforte quindi conclude:

La Bce raccomanda che, al fine di valutare se la sua applicazione pone dei rischi per la stabilità finanziaria, e in particolare se ha il potenziale di compromettere la capacità di tenuta del settore bancario e di causare distorsioni del mercato, il decreto-legge sia accompagnato da un’analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario. Tale analisi dovrebbe illustrare in dettaglio in particolare, l’impatto specifico dell’imposta straordinaria sulla redditività a più lungo termine e sulla base patrimoniale, sull’accesso ai finanziamenti e sulla concessione di nuovi prestiti e sulle condizioni di concorrenza sul mercato, e il suo potenziale impatto sulla liquidità.

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