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La battaglia dei prof precari accampati sotto al ministero

Viaggio tra gli insegnanti precari della scuola pubblica italiana che a partire da questa settimana hanno iniziato il “pellegrinaggio” per mendicare una cattedra annuale o almeno qualche supplenza.
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Presidio dei lavoratori precari della scuola in p.zza Montecitorio

Alle dieci di sera un poliziotto fa capolino dietro una tenda: «Scusate, io sono di sorveglianza qui con voi per stanotte. Mi allontano dieci minuti a prendere un trancio di pizza e torno. Volete qualcosa?» Per tutta la notte l'agende dovrà fare la guardia a un accampamento di professori. Sono gli insegnanti precari della scuola pubblica italiana, professori che a partire da questa settimana hanno iniziato il consueto pellegrinaggio settembrino nelle scuole-polo di tutte le province italiane per mendicare una cattedra annuale o almeno qualche supplenza. Quelli che ci sono già riusciti negli anni passati sperano di poter lavorare anche quest'anno. Molti arrivano già sfiduciati, alcuni di loro vivono di supplenze annuali anche da più di cinque anni.

Si sentono usati, vorrebbero poter essere ammessi in ruolo una volta per tutte con un contratto a tempo indeterminato. Nemico dichiarato: il “concorsone” annunciato dal Ministero e dal ministro Profumo per l'immissione in ruolo di quasi 12mila nuovi insegnanti. Vorrebbero che il ministro lo annullasse e permettesse a loro, che per ottenere l'abilitazione un concorso lo hanno già superato, di passare in ruolo in base alla posizione che si sono conquistati anno dopo anno nelle graduatorie.

Così martedì 4 settembre hanno iniziato un sit-in di fronte al ministero. Dopo un po' di insistenza, al comitato dei prof viene concesso di far salire una propria delegazione a parlare con i tecnici di Profumo insieme ai rappresentati dei sindacati. Saliti su, però, come racconteranno alle telecamere di fanpage.it, gli insegnanti scoprono stupiti che per loro è stato previsto un incontro separato da quello con le delegazioni sindacali.

Con i sindacati, del resto, non corre buon sangue. Le immagini che abbiamo girato lo dimostrano. Per la notte si ferma a dormire un gruppo di insegnanti della provincia di Napoli arrivati nella capitale la stessa mattina di martedì. Il giorno dopo i colleghi romani daranno loro il cambio.

Il ministro è in trasferta, ma dopo una discussione durata ore i professori sono riusciti ad ottenere la garanzia di un incontro con Profumo nei giorni che seguono. Promessa da marinaio: giovedì 6 settembre il ministero permetterà di salire solo alle delegazioni sindacali (che non otterranno altro che sentirsi confermare dal ministro Profumo la ferma volontà del ministero di andare avanti con il concorso, come previsto).

Per i precari sarà necessario occupare Viale Trastevere e bloccare il traffico per alcuni minuti – non senza incomprensioni con le forze dell'ordine – per ottenere l'impegno di Profumo a rispondere alla loro richiesta di incontro. Che sia la volta buona che il ministro accetti il confronto diretto con i precari? A fanpage.it l'ufficio stampa del ministero risponde solo: «Non siamo ancora in grado di confermarlo».

«Noi continueremo con la mobilitazione», dicono convinti i manifestanti in piazza. Alla loro crociata anti-concorso non rinunceranno con facilità. «Anche se il ministro non vorrà incontrarci continueremo a lottare con altre iniziative. Finché il concorso non verrà ritirato».

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