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La base M5s in rivolta contro Grillo: “La regola del doppio mandato non può essere un totem”

Dopo l’autointervista pubblicata da Grillo, in cui il co-fondatore del M5s ribadisce l’importanza di preservare la regola dei due mandati, i responsabili dei gruppi territoriali si ribellano: “Via i vincoli di mandato, a meno che tu punti a sfasciare il M5s”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La regola del doppio mandato continua a essere un tema di discussione all'interno del M5s, soprattutto nei momenti di bilancio e di riflessione, come quello che il Movimento sta attraversando all'indomani della débâcle alle europee. Ma il limite dei due mandati è più un tratto distintivo, un feticcio, o un pesante fardello? Su questo le opinioni si dividono.

La questione è stata sollevata ieri anche dal Garante Beppe Grillo, che nell'autointervista pubblicata nel blog, in cui analizza il rapporto con Conte e gli rinnova la sua fiducia, ricorda che quello del tetto dei due mandati è "non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene". Un modo abbastanza esplicito per blindare una delle "regole auree" del Movimento, che qualcuno però vorrebbe eliminare o rivedere.

Dal canto suo il leader Giuseppe Conte ha risposto al co-fondatore del M5s, ricordandogli che il destino del Movimento non è nelle sue mani, ma è "nelle mani di un'intera comunità che deciderà del suo futuro all'assemblea costituente del prossimo settembre". Sarà quella la sede insomma dove eventualmente riesaminare le regole che il Movimento si è dato. Oggi decisione dunque è rinviata. La posizione di Grillo sulla regola del doppio mandato è chiara: "Dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti", scrive nell'autointervista, per evitare che "i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni", diventando sordi ai bisogni dei cittadini.

Ma la regola non è così granitica, secondo alcuni esponenti del M5s, che già in passato avevano manifestato dubbi e perplessità. Secondo la deputata pentastellata Vittoria Baldino, molto vicina a Conte, "se ci sono questioni da discutere bisogna farlo nella sede opportuna. Il presidente Conte ha già annunciato che ci sarà una sorta di assemblea costituente, a settembre, dove si discuterà prima di tutto di visione e di temi, e poi anche delle nostre regole interne, di come deve funzionare il Movimento per poter arrivare ad avere più forza e imprimere quella visione. L'esigenza di tutti è organizzarla il prima possibile, bisognerà coinvolgere tutta la comunità. Le regole che noi ci diamo devono essere funzionali al Movimento, non devono essere dei totem. Se dovessimo renderci conto che il limite del doppio mandato non è funzionale, allora credo che bisognerà metterla in discussione, avviando una riflessione. Non dobbiamo avere tabù, non è maturo pensare che di alcune cose non si possa discutere".

Più decisa è la senatrice Alessandra Maiorino: "L'ho già detto nella scorsa legislatura, agli Stati Generali, coram populo, andando contro i miei interessi, che il vincolo dei due mandati è come correre con una gamba sola. Si è visto alle ultime europee: altri partiti hanno messo in campo persone di peso anche interne, come è accaduto con la candidatura di Stefano Bonaccini o di Nicola Zingaretti. Noi non avremo mai figure così, perché li uccidiamo prima che diventino tali. La maggior parte dei nostri attivisti e della nostra base si è resa conto che le cose stanno così. Ma perpetuare su questa strada è una stupidaggine: in che modo fa bene alla politica il fatto che un partito abbia questa limitazione? Cosa è cambiato nel resto del panorama politico da quando abbiamo messo questa limitazione? Niente, la situazione è pure peggiorata. Prendiamo un Gasparri, che continua a fare politica da 40 anni. Di effetti benefici proprio non ne vedo", ha detto la senatrice a Fanpage.it.

Il vicepresidente del M5s e capogruppo in Commissione Esteri alla Camera, Riccardo Ricciardi, propone di avviare una "riflessione a 360 gradi, partendo dai temi. Abbiamo attraversato tante fasi – ha detto contattato da Fanpage.it –  Oggi abbiamo necessità di fare un focus sui temi. Sul mondo che va avanti e sulle modalità per rilanciare la nostra azione politica. In una discussione generale anche su determinate situazioni interne, come il tetto dei due mandati, credo si debba certificare una decisione. L'unica cosa che non ci possiamo permettere è ritornare ciclicamente su questa discussione. Il principio fondativo del M5s non è il tetto dei due mandati: da noi ci sono persone che non si troveranno mai in barca con un imprenditore a scrivere una delibera, questa è la nostra identità. Conta più il fatto che cerchiamo di coinvolgere il più possibile le persone dal basso, non penso sia dirimente una regola che riguarda l'autogestione interna, su cui si è riflettuto anche troppo. I pro e i contro sono sul tavolo, tutti nel Movimento conoscono vantaggi e svantaggi di questa regola. Molto semplicemente credo sia arrivato il momento di decidere. Ogni volta che c’è un fase critica per il M5s si apre questo dibattito, è autolesionismo".

Chi invece difende la regola senza tentennamenti è Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato e presidente dell'Intergruppo per i diritti fondamentali della persona: "Sono pienamente d'accordo con Beppe, sul fatto che il limite di due mandati sia un principio fondativo del M5s. La nostra caratteristica è proprio quella di essere l'unica forza politica aperta davvero alla società civile. Io sono entrata nel Movimento nel 2018 proprio con questo meccanismo. All'epoca io ero iscritta al blog ma non ero un'attivista dei nostri gruppi territoriali. Eppure ho inviato il curriculum vitae, forse per la prima volta qualcuno lo ha letto veramente. Siamo l'unica forza politica che difende l'idea che la politica deve essere un servizio e non un mestiere, che crede in una sorta di staffetta tra portavoce e chi dopo di lui decide di mettere al servizio del Paese le proprie competenze per un tempo limitato. È una nostra caratteristica fondante, che va difesa e raccontata sempre meglio", ha detto Castellone a Fanpage.it.

"È chiaro che le esperienze che nel frattempo si sono acquisite all'interno del M5s possono sempre essere messe a disposizione della comunità. Ma io credo molto nell'idea del passaggio di testimone. E i progetti a cui sto lavorando, in Senato e sul territorio, di coinvolgimento della società civile, hanno l'obiettivo di creare un ponte tra cittadini e istituzioni. Ne è un esempio l'Intergruppo per i diritti fondamentali della persona: ogni mese vengono in Senato 100 comuni cittadini, e insieme scriviamo proposte, che in questi mesi sono diventate anche proposte di legge che ora sono in discussione in Parlamento", ha spiegato.

"La regola del doppio mandato va bene così come è. A noi serve piuttosto strutturare sempre meglio il lavoro che facciamo sui territori, creando delle segreterie politiche che riescano a coprire bene tutte le aree del Paese".

I responsabili dei gruppi territoriali scrivono a Grillo

I responsabili dei gruppi territoriali hanno scritto una lettera di richieste a Beppe Grillo, che sta circolando nelle chat del M5s e che racconta molto bene il sentiment della base:

Caro Grillo, grazie per aver fatto nascere il M5s, ma il tuo comportamento negli ultimi tempi ci fa pensare che sputi nel piatto dove tra l'altro mangi. Non ci parli mai dei 300mila euro che il movimento ti accredita ogni anno per la comunicazione. Quale comunicazione? se non fai altro che parlare male di Conte che ne è meritatamente il Presidente. Il tuo comportamento da giullare è apprezzato nei teatri, ma per favore lascia perdere la politica. Con le tue accuse, neanche tanto velate, non fai altro che affossare il Movimento. Ti sfugge una regola basilare che hanno capito persino Meloni e Salvini: la gente comune vota i volti noti di un partito. È giunto il momento di gareggiare ad armi pari con gli altri partiti:

– via i vincoli di mandato, a meno che tu punti a sfasciare il M5S.

– destinate i fondi trattenuti ai parlamentari per aprire sedi sui territori.

Se continui ad esasperare Conte, rischi di rimanere solo con tutti i tuoi nostalgici del vaffa, che spuntano come i funghi dopo le giornate di pioggia. I peggiori nemici il M5s ce li ha all'interno, per non parlare di coloro che hanno tentato di raggiungere le poltrone ma sono rimasti fuori.

"Questa situazione non può durare, è un casino –  è il tam tam nelle chat – Non è possibile che il presidente di un partito venga attaccato duramente e pubblicamente da uno che non si capisce neanche più che ruolo abbia. Io credo che a settembre questa cosa vada definita in modo chiaro e inequivocabile. Occorre mettere a votazione degli iscritti anche la scelta se continuare a regalare questi 300mila euro/annui".

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