La Alex forza il blocco e arriva al porto di Lampedusa: avevano dichiarato lo “stato di necessità”
AGGIORNAMENTO: Dopo due giorni di navigazione, il veliero Alex, con 41 persone a bordo, ha forzato il blocco imposto dalle autorità italiane: l'imbarcazione dell'organizzazione Mediterranea ha fatto rotta verso Lampedusa, ed è arrivata al porto dell'isola siciliana. "Di fronte a intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo, nave Alex ha dichiarato lo ‘stato di necessita' e sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco", avevano scritto su Twitter da Mediterranea Saving Humans. A bordo del veliero i rifornimenti di acqua erano finiti e i servizi igienici erano ormai inservibili. Non è stato possibile portare altra acqua a bordo, per via dello spazio limitato.
"Non avevamo altra scelta. Siamo stremati ma felici di aver portato in salvo queste persone", ha commentato da Lampedusa Alessandra Sciurba portavoce di Mediterranea Saving Humans. Concluse le operazioni d'attracco dal molo è partito un applauso, e alcune persone hanno gridato "bravi, bravi". I migranti, tutti con il salvagente addosso, sono ora sul ponte del veliero in attesa, e si stanno rifocillando. La Alex potrebbe riprendere la navigazione verso La Valletta, dopo aver caricato a bordo viveri e acqua a sufficienza.
La nave era ferma in acque internazionali, in attesa dell'ok allo sbarco, dopo aver fatto sapere che non avrebbe portato i naufraghi a Malta, come aveva chiesto il Viminale. Troppe le ore di navigazione verso l'isola-Stato, un rischio eccessivo per i profughi. Ieri dall'imbarcazione erano stati fatti scendere 13 migranti, in condizioni di salute precarie, ed erano stati portati a terra sull'isola siciliana.
Il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer ha fatto sapere che la Germania si è detta pronta ad accogliere alcuni dei migranti che si trovano a bordo delle due navi delle ong al largo di Lampedusa ha detto: "Sia nel caso della ‘Alan Kurdi' che nel caso di ‘Alex' siamo pronti, nell'ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate".
"In queste ore di attesa snervante non abbiamo sentito che ‘no' dalle autorità italiane ed europee. Abbiamo chiesto: possono i naufraghi raggiungere Malta con motovedette del corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera? No. Possono i naufraghi raggiungere Malta su assetti maltesi? No. Possiamo essere riforniti di acqua dolce, cibo e gasolio per arrivare a Malta? No. Possiamo trasbordare in acque internazionali? No. Siamo a un'ora di navigazione da Lampedusa, abbiamo proposto varie soluzioni ricevendo sempre la stessa risposta: No", avevano denunciato su Facebook gli operatori di Mediterranea Saving Humans.
I volontari poco prima avevano minacciato possibili azioni giudiziarie contro il ministro degli Interni Matteo Salvini: "È inaccettabile essere accomunati ai trafficanti di esseri umani. Un'accusa infamante che respingiamo al mittente. Il senatore Salvini che lo ha fatto stamani pubblicamente ne dovrà rispondere nelle opportune sedi giudiziarie", ha detto l'armatore Alessandro Metz. "Magari il sen. Salvini diventa un ‘finanziatore involontario' di Mediterranea – ha aggiunto Metz – permettendo in questo modo nuove operazioni di monitoraggio in mare e forse di salvare altre vite umane".
Salvini oggi aveva infatti parlato degli operatori di Mediterranea chiamandoli "trafficanti". Il vicepremier leghista ha detto inoltre che sarebbe ancora in corso la trattativa con La Valletta: Malta si è infatti offerta di accogliere i migranti della Alex, a patto che l'Italia accolga una quota di migranti che attualmente sono ospitati dall'isola-Stato.
La Alex, battente bandiera italiana, è un ‘ketch', cioè uno yacht a vela a due alberi, e due giorni fa aveva soccorso 54 migranti al largo della Libia. Ma l'imbarcazione, come ha spiegato l'armatore Alessandro Metz, "non è attrezzata per operazioni di salvataggio ma solo di monitoraggio". L'altra nave di Mediterranea, la Mare Jonio, è ancora sotto sequestro al porto di Licata (Agrigento), ed era invece attrezzata per il soccorso.
Il braccio di ferro tra Salvini e Alan Kurdi
Anche la nave Alan Kurdi, dell'ong Sea Eye, ha chiesto urgentemente un porto sicuro, e naviga verso Lampedusa con i 65 migranti salvati ieri. Il ministro degli Interni ha risposto così: "È una nave tedesca, quindi possono andare in Germania. Abbiamo notificato il divieto di ingresso nelle acque territoriali stanotte a Sea-Eye, se disubbidirà prenderà tutte le conseguenze del caso. Chi infrange le leggi in Italia risponde della sue scelte". La Guardia di Finanza ha consegnato questa mattina il decreto di Salvini all'imbarcazione, notificando il divieto di ingresso in acque territoriali.
A bordo dell'imbarcazione della ong ci sono anche 39 minorenni, il più giovane ha 12 anni. In 48 sono fuggiti dalla Somalia. Uno di loro ha raccontato di essere partito tre anni fa e di aver impiegato tre mesi per attraversare il deserto. Durante la traversata ha perso un amico, ucciso al confine con la Libia. "Racconti di torture, violenze sessuali, traffico di esseri umani e omicidi. Il fatto che abbiamo due profughi libici a bordo, significa che la vita in Libia sta diventando sempre più pericolosa per gli stessi libici. E chi si sorprende? Negli ultimi giorni, 44 rifugiati sono morti in un bombardamento di un campo profughi: la Libia non è un posto sicuro per nessuno", ha detto Gorden Isler, capo missione della Alan Kurdi. A dimostrazione di quanto detto, fa sapere l'ong, l'autorità libica (la Ong è riuscita a mettersi in contatto con la guardia costiera libica solo 5 ore dopo il soccorso) si è mostrata più interessata all'identità dei due libici, che ai particolari del salvataggio.
La nave Alan Kurdi nel dicembre scorso aveva compiuto la sua ultima missione, quando ancora si chiamava ‘Professor Albrecht Penck'. Lo scorso 11 febbraio a Palma di Maiorca, in Spagna, è stata ribattezzata ‘Alan Kurdi' in onore del bambino curdo-siriano di tre anni trovato morto su una spiaggia turca nel settembre 2015, in seguito a un naufragio.