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L’84% degli italiani è favorevole a una legge sul fine vita

Secondo il sondaggio commissionato dall’associazione Luca Coscioni da Swg più di quattro italiani su cinque sono favorevoli a regolamentare l’accesso all’eutanasia. Tra gli elettori di Fratelli d’Italia il consenso verso questa legge è dell’83%
A cura di Pietro Forti
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Più di quattro italiani su cinque sono favorevoli a una legge che regoli l'accesso all'eutanasia. Secondo un sondaggio effettuato da Swg, commissionato dall'associazione Luca Coscioni (che si è sempre occupata del tema e che prende il nome da Luca Coscioni, presidente dei Radicali dal 2001 fino alla morte nel 2006) questa sarebbe una posizione condivisa trasversalmente da destra a sinistra. Nelle forze della maggioranza di governo le percentuali sono molto alte: è favorevole a una legge sul fine vita l'83% di coloro che votano per Fratelli d'Italia e altrettanti elettori di Forza Italia, oltre al 77% tra chi vota Lega. Se si guarda al campo delle opposizioni le cifre salgono ancora: è favorevole il 92% degli elettori del Partito Democratico, l'88% di chi vota per il Movimento 5 Stelle, il 94% di chi preferisce Alleanza Verdi-Sinistra e l'89% degli elettori di Italia Viva e Azione. Il dato più alto si registra tra chi vota +Europa: tra gli elettori del partito nato dalla famiglia dei Radicali Italiani il consenso verso una legge che regoli l'eutanasia è del 96%.

Il dato alto è trasversale a tutte le forse politiche, quindi, ma non solo: pur con delle differenze, il consenso verso questa legge è ampio in tutta la penisola, da Nord a Sud. Le aree in cui è stato effettuato il sondaggio corrispondono alle cinque circoscrizioni per il voto delle elezioni europee: nel Nord-Ovest è favorevole l'85% degli intervistati, nel Nord-Est l'83%, nelle Isole l'84% e al Sud l'80%. Il dato più alto si registra nel Centro, dove sono favorevoli più di nove cittadini su dieci (91%).

Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni e protagonista da anni delle lotte per il riconoscimento legale del fine vita, è stato tra i promotori principali della legge: "I risultati del sondaggio ci confortano nella nostra lotta, ma non ci stupiscono, perché sono in linea con tutte le altre rilevazioni sul tema – ha commentato Cappato – Sono l’ennesima conferma della distanza che esiste, e che si allarga sempre più, tra una realtà sociale sempre più significativa, quella di chi ha la vitale urgenza di poter decidere sull’interruzione della propria insopportabile sofferenza- è un establishment partitico sempre più autoreferenziale e terrorizzato anche soltanto dal discutere del tema". Cappato è stato al centro di una storica sentenza della Corte Costituzionale, la cosiddetta sentenza "Dj Fabo": il tesoriere dell'associazione Coscioni rischiava di essere perseguito penalmente per aver accompagnato Fabiano Antoniani a eseguire il suicidio assistito in Svizzera.

Il sondaggio Swg è stato diffuso proprio pochi giorni prima di un'ulteriore e attesa sentenza della Consulta: nella sentenza del 2018 su Dj Fabo la Corte aveva stabilito che chi voleva accedere legalmente all’aiuto medico per la morte volontaria doveva essere in possesso di requisiti specifici: essere capace di prendere decisioni libere e consapevoli, essere affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Nella nuova pronuncia, in particolare, dovrà essere stabilito se l'essere dipendenti da un sostegno vitale di tipo medico sia equiparabile all'essere totalmente dipendenti da altre persone: se la Corte dovesse dare parere favorevole a questa interpretazione, chi è malato di sclerosi multipla o Sla, pur non essendo dipendente da un macchina, potrà avere accesso al suicidio assistito. Secondo l'associazione Coscioni, chi ha bisogno di assistenza continua ha il diritto di effettuare l'eutanasia al pari di chi ha necessità di essere tenuto in vita da macchinari o altri sostegni vitali. Il caso preso in considerazione è quello di Massimiliano, 44enne di San Vincenzo (in provincia di Livorno), cittadino affetto da sclerosi multipla che pur non essendo in vita grazie a un sostegno medico vitale fu accompagnato a porre fine alla sua vita dallo stesso Cappato, dalla scrittrice Chiara Lalli e dall'attivista Felicetta Maltese. Il 24 giugno il Tribunale di Milano ha deciso di rinviare alla Consulta anche i casi di Paola e Romano, rispettivamente una paziente oncologica terminale e un malato di Parkinson, anche loro accompagnati da Cappato in Svizzera per effettuare l'eutanasia.

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