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L’ultimo disperato tentativo per salvare Silvio Berlusconi

Dietro la penalizzazione dei reati fiscali si nasconde davvero la possibilità di un salvataggio in extremis di Silvio Berlusconi?
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Ad ipotizzare, con una ricostruzione decisamente suggestiva, l'ennesimo tentativo di "salvataggio in extremis" del Cavaliere è Liana Milella, con un pezzo pubblicato su la Repubblica in cui si parte dalla discussione della legge sulla delega fiscale, in commissione Finanze del Senato. Lo scenario è ricostruito per punti: "Un contenitore: la delega fiscale. Uno strumento: i decreti legislativi. Un sogno: depenalizzare d’un colpo i reati fiscali, in particolare la frode fiscale. Indovinate per chi? Ma per Silvio, ovviamente. D’un soffio ecco sparire il processo Mediaset, la condanna a quattro anni, l’interdizione dai pubblici uffici di due anni, e pure la conseguente, dannatissima decadenza. Berlusconi ne uscirebbe pulito, con la fedina penale di un ragazzino. Con la chance intatta di potersi candidare come premier alle prossime elezioni politiche".

La partita è tutta intorno ai decreti legislativi per l'attuazione della delega fiscale, con il Popolo della Libertà che proverà ad inserire il disegno di revisione dei reati finanziari con "nuove" depenalizzazioni e la reimpostazione delle norme che riguardano l'evasione fiscale. Il concetto di fondo che sta alla base di un simile ragionamento è quello della sostituzione delle sanzioni penali con quelle amministrative, anche per i reati relativi alle frodi fiscali. Intendiamoci, è chiaro che la cautela è d'obbligo (e finora i berlusconiani hanno tenuto a precisare che da eventuali revisioni sarebbero esclusi i reati più gravi), ma la "tentazione" è chiara, come spiega sempre Milella: "Fatta la norma, che però deve essere secca e riguardare specificamente il reato contestato a Berlusconi, si può applicare l'articolo 673 del codice penale, che impone la revoca della sentenza in caso di abrogazione della norma incriminatrice".

Una ipotesi di scuola, siamo d'accordo. Ma che però rende bene l'idea della determinazione con la quale i lealisti pidiellini affronteranno la "madre di tutte le battaglie", ovvero l'opposizione alla decadenza del Cavaliere. Che, per la verità, sembrerebbe una partita già chiusa, con la calendarizzazione del voto del Senato per il 27 novembre, la decisione della Giunta per il Regolamento sul voto palese e la determinazione del Partito Democratico di andare fino in fondo nell'applicazione della norma Severino. E, sia detto per inciso, con il lento ma costante lavoro di logoramento ai fianchi di quello che una volta era il granitico blocco dei parlamentari pidiellini, portato avanti dalle colombe / dissidenti e che ha trovato nei ministri del Governo punti di riferimento sostanziali ed in grado di dare dignità politica a quelli che una volta erano malumori appena accennati all'interno del Pdl. Ma, considerati i precedenti, non è escluso che la questione si ponga davvero. Prima in Commissione, poi nel Paese.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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