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L’onore e il suo significato deturpato da Salvini e dal tempo

“Ordine e disciplina” è una di quelle formule che tocca gli stomaci più sensibili, come “bandiera rossa” o “vincere, vinceremo” o “boia chi molla” è un feticcio di un’idea anacronistica e decontestualizzata che è diventata slogan: banale, superficiale, suona bene all’orecchio e incita all’indignazione, perfetta per il salvinismo.
A cura di Giulio Cavalli
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E' strisciante l'ultima uscita di Salvini, sempre a forma di cannonata e sempre sputata per diventare virale. La Lega, dicono i dati, ormai è arrivata al picco massimo di consenso e Matteo ("l'altro", come lo chiamano i suoi fedelissimi) sa bene che non sarà facile nemmeno tenere troppo a lungo la proiezione nei sondaggi che difficilmente gli permetterebbe di diventare davvero leader del centrodestra, in attesa del solito colpo di coda di un Berlusconi dato troppe volte per politicamente morto. E cosa si inventa al solito Salvini? Quello che ormai fa da tempo, senza capire di infilarsi in un vicolo cieco: accarezza i voti della destra (sognando di essere la Marine Le Pen italiana) affaticandosi per contenere i consensi più di sinistra e finisce per ingarbugliarsi nella dicotomia di promettere querela a chiunque lo definisca fascista per poi agghindarsi dei protofascismi peggiori.

In questo contesto si riesce a leggere meglio il maldestro tentativo di riesumare la formula "ordine e disciplina" che qualche giorno fa ha estratto dal cilindro da patetico maghetto della comunicazione politica: "Bisogna riportare in italia ordine, Disciplina e rispetto" ha dichiarato Salvini dopo essersi imbucato nella protesta degli agenti di Polizia davanti a Montecitorio. "Ordine e disciplina" è una di quelle formule che tocca gli stomaci più sensibili, come "bandiera rossa" o "vincere, vinceremo" o "boia chi molla" è un feticcio di un'idea anacronistica e decontestualizzata che è diventata slogan: banale, superficiale, suona bene all'orecchio e incita all'indignazione, perfetta per il salvinismo.

Eppure confesso di essere rimato turbato soprattutto dall'uso di un'altra parola, svilita e marcita con disprezzo della Costituzione: "Servizio militare obbligatorio per insegnare ai giovani l'onore" ha detto stentoreo Salvini. Onore. Insegnare l'onore. Come se non fossero bastati gli "uomini d'onore" che hanno trasformato l'onore in una metastasi della paura oggi finalmente scopriamo come per la Lega Nord sia onorevole tutto ciò che è forzuto, nerboruto, militaresco e cameratesco. Ci vorrebbero convincere, insomma, che amministrare un Paese (o una città o una regione, il vocabolario leghista non cambia) significhi soprattutto difenderlo. Da chi? Non è chiaro, visto che proprio oggi Roberto Maroni dichiara "passeggere e personali" le accuse di tangenti che hanno centrato il suo vice in Regione Lombardia. Quindi difendere dai magistrati, forse? Difficile: Salvini sa benissimo di non poter rischiare di fotocopiare le baldanze berlusconiane contro la magistratura. E allora, di grazia, davvero sarebbe da chiedere a Salvini se quel suo senso invertito di onore debba essere usato contro anziani, donne e bambini di passaggio in Italia per sfuggire ad una guerra.

Non c'è nulla dietro l'onore reclamato. Nulla che non sia la solita ignoranza. Perché la parola onore, nel suo senso "alto" e più rotondo, è citata nella nostra Costituzione, all'articolo 54 che dice:

"Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge."

E nel vocabolario italiano onore è:

"buona reputazione acquistata con l’onestà, coi meriti; rispettabilità, dignità".

Ecco: la dignità, l'onesta, i meriti, la rispettabilità. Appunto.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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