“L’Italia che lavora”: Berlusconi registra il marchio del nuovo partito
Silvio Berlusconi ieri ha depositato all’ufficio brevetti, con il diritto di esclusiva per tutta Europa, il suo nuovo marchio “L’Italia che lavora“ per il suo nuovo movimento politico. Lo scrive Franco Bechis su Libero, aggiunge anche non si tratta della prima denominazione depositata dal Cavaliere. Già in estate aveva registrato”Grande Italia” e la sua versione ridotta “Granditalia“. Peccato che quei marchi siano entrati in conflitto in conflitto coi copyright legati a sughi e passate di pomodoro. Così ha deciso di virare verso titoli più originali. All'inizio ha pensato a "Centrodestra Italiano" o "Il centrodestra Italiano", «due sigle non particolarmente accattivante dal punto di vista del marketing e sorprende che le abbia scelte proprio uno come il Cavaliere» scrive Bechis. C'è di più. L'acronimo della seconda sigla diventerebbe I.C.I., un nome non semplicissimo da usare in campagna elettorale (pensate agli slogan "Votate l'ICI!").
E così Berlusconi ha optato per "L'Italia che lavora". L'obiettivo creare una coalizione di imprenditori da mettere alla guida del Paese, i cui membri principali sarebbero le principale "vittime" di Monti & c. Gli imprenditori, appunti, i commercianti, gli artigiani e anche i lavoratori dipendenti. Anche per questo motivo al progetto potrebbero lavorare anche personaggi come Flavio Briatore e Ernesto Preatoni, l'italiano che da anni apre maxi resort in giro per il mondo.
Certo che la denominazione "Centrodestra Italiano" fa pensare ad una grande coalizione. Il fatto è che Berlusconi, a quanto scrive Bechis, è convinto che alle prossime elezioni si vada a votare con l'attuale Porcellum. Il Cavaliere sarebbe dunque intenzionato a correre con due candidati. Uno sarà quasi certamente Angelino Alfano, la cui investitura dovrebbe arrivare dalle primarie del centrodestra. L'altro sarà il candidato di coalizione da scegliere coi possibili alleati: la Lega, La Destra di Storace e, magari, proprio la lista degli imprenditori de "L'Italia che Lavora".