L’Italia attuale è uno schifo, parola di Bossi
Curiosa usanza italiana, una delle tante anomalie a cui, purtroppo, ultimamente siamo avvezzi; forse l'abitudine degli abitanti del Bel Paese di vituperare se stessi come se ti si trattasse di un esercizio di simpatia e non di una sana autocritica costruttiva e risolutiva, è risalita dal qualunquismo da bar, giungendo fino alle alte sfere della politica. Allora quasi quasi sembra normale sentire il proprio Primo Ministro definire l'Italia un «paese di merda»: quanto meno non ci si stupisce a sufficienza.
E così può capitare, e capita sempre, alla festa dei popoli padani a Venezia, di sentire il Senatur Umberto Bossi fare le proprie lamentele per questo paese definito «uno schifo»; uno schifo in cui si è ritrovato a fare, in effetti, il Ministro per le Riforme Istituzionali, e in cui, stando a quanto dichiarato oggi dinanzi ai suoi irriducibili fedelissimi, addirittura sarebbe tornato il fascismo, con altri nomi ed altre facce.
Sì, il fascismo; "Ma come si fa a stare in un Paese che sta perdendo la democrazia?" si chiede Umberto Bossi, mentre la parola magica che ripete fin dai suoi arcaici esordi in canottiera, viene urlata dalla platea: Secessione, Secessione. In nome di una libertà da conquistare Bossi, questa volta, non fa neanche un accenno ai cari fucili da imbracciare degli anni passati e sembra voler imboccare la via istituzionale, chissà, forse memore del trionfo non suo del 13 e del 14 giugno: e parla di Referendum.
Il richiamo a "milioni di persone pronte a combattere" c'è stato ugualmente, ma si sa che questi sono i topoi a cui la Lega non può rinunciare, in onore dei vecchi tempi che li hanno portati fino al Parlamento Italiano; insomma, forse sono semplicemente i discorsi che principalmente rassicurano l'antico elettorato, così come la smentita di divisioni interne al gruppo che rivendica l'indipendenza della Padania. Ma oggi, per la Lega, è giorno di festa, effettivamente se anche ci fossero fazioni contrapposte, non bisogna parlarne in occasione dei loro riti; in questi contesti si fa molto prima ad unirsi e fare fronte comune contro il nemico. Che, in questo caso, è il paese di cui essi stessi sono al governo. Sì, siamo abituati a sentirlo dire, ma non per questo ci deve sembrare meno assurdo.