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L’inflazione rallenta, calano i prezzi di alimenti ed energia e a beneficiarne sono le famiglie a basso reddito

La frenata dell’inflazione ha un impatto maggiore per le famiglie con minore capacità di spesa, secondo i dati Istat.
A cura di Redazione
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Il giorno dopo l’annuncio del piano di Mario Draghi, arrivano i dati dell’Istat per quel che concerne la misura dell’inflazione per classi di spesa delle famiglie. Si tratta di rilevazioni di grande interesse perché mostrano come variano gli indici dei prezzi al consumo in riferimento alle classi di spesa: dunque è possibile valutare con più precisione qual è il reale impatto dell’inflazione sulle famiglie italiane, in base al livello della spesa complessiva. In altre parole, l’analisi presentata dall’Istat ci consente di capire quanto e come incide l’inflazione nella vita delle famiglie italiane, a seconda dei livelli di spesa (più o meno direttamente collegati al reddito e alla disponibilità economica).

L’Istat sottolinea innanzitutto che la frenata dell’inflazione ha riguardato tutti i cinque gruppi di spesa, ma è stata più marcata per le famiglie con minore livello di spesa, secondo una tendenza già avviata dal 2013. Insomma, a “beneficiare” della crescita nulla, o addirittura del calo, dell’inflazione sono le famiglie la cui capacità di spesa è più bassa. Come spiegano dall’Istituto Nazionale di Statistica, “questa dinamica è da ricondurre prevalentemente alla flessione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati e dell’Energia, che ha avuto un impatto deflazionistico maggiore sulle famiglie con più bassi livelli di spesa pro capite, per le quali queste tipologie di prodotto pesano maggiormente”. Insomma, la spesa per alimenti ed energia delle famiglie a reddito più basso incide in modo proporzionalmente più elevato, dunque è chiaro che se calano i prezzi di questi beni, le famiglie risparmiano in misura proporzionalmente maggiore.

Cala anche la spesa per i servizi e, nello specifico, “per le famiglie del primo gruppo, sono i Servizi relativi alle comunicazioni (da -4,8% del 2013 a -5,6% del 2014) e quelli relativi ai Trasporti (da 2,4% a -0,2%) a spiegare ampiamente la decelerazione dell’inflazione, solo in parte contrastata dai Servizi relativi all’abitazione che hanno visto, al contrario, una marcata accelerazione della crescita dei prezzi (da +2,9 del 2013 a +3,6% del 2014)”. 

In definitiva, è evidente come nelle fasi di accelerazione della crescita dei prezzi al consumo siano le famiglie con minore capacità di spesa a “pagare” maggiormente in termini percentuali (ad esempio, nel complesso del periodo intercorso tra il 2005 e il 2014, caratterizzato da cinque anni su nove con inflazione pari o superiore al 2%, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie con la spesa media più bassa è aumentato del 21,8%, a fronte del 18,2% registrato per le famiglie con la spesa più alta e del 19,3% dell’indice generale), mentre nel caso in cui l’inflazione rallenti (come nel caso attuale) la situazione si ribalta completamente.

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