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Opinioni

L’incubo dei partiti: niente maggioranza, anche con le larghissime intese

Gli ultimi sondaggi elettorali mostrano un Paese sostanzialmente spaccato in 3: e se si votasse ora, nessun polo si avvicinerebbe alla maggioranza alla Camera. E non basterebbero nemmeno le larghe o larghissime intese…
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La discussione sulla legge elettorale stenta a decollare, impantanata fra litigi interni al Partito Democratico, slogan di parte dell’opposizione e strategismi sul versante Forza Italia – blocco centrista. Resta dunque oggettivamente in campo l’ipotesi di votare con il sistema elettorale determinato dai due interventi della Corte Costituzionale, su Porcellum prima e Italicum poi. O, quantomeno, con una "armonizzazione" dei sistemi elettorali per i due rami del Parlamento, sul modello delineato dall'intervento della Consulta per la Camera dei deputati.

La domanda che circola con insistenza nelle segreterie dei partiti è sintetizzabile più o meno con un "ma ci conviene andare a votare adesso?", che racchiude perplessità e speranze delle varie componenti, oltre che le ambizioni di vecchi e nuovi leader politici. Non è un caso che gli unici ad aver parlato apertamente degli effetti della legge elettorale attualmente in vigore, un proporzionale con premio di maggioranza e soglie di sbarramento, siano stati Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi, che da un sistema di questo tipo potrebbero beneficiarne in termini di peso politico e (nel caso) rappresentanza parlamentare.

Per capirlo basta utilizzare gli ultimi dati messi a disposizione dagli istituti di rilevazione. Nel caso in cui si andasse a votare adesso, stando alle rilevazioni dell’istituto EMG Acqua per La7, ad esempio, il Partito Democratico sarebbe in testa con il 31,2% dei consensi, seguito dal MoVimento 5 Stelle con il 28%, dalla Lega Nord con il 14%, poi Forza Italia 11,6%, Fratelli d’Italia – An con il 4,5%, Ncd 3,3%, Sinistra Italiana 3%.

Se questo fosse davvero il risultato finale, nessuno otterrebbe il premio di maggioranza: il Pd conquisterebbe poco più di 200 seggi, il MoVimento 5 Stelle circa 180, la Lega Nord 90, Forza Italia 75, Fdi circa 30, Ncd e Sinistra Italiana una ventina. Una frammentazione che renderebbe impossibile la formazione di una maggioranza stabile, anche nel caso in cui fosse variata una riedizione delle larghe intese. Come evidenziato dalla simulazione EMG – Acqua, infatti:

  • Centrosinistra: PD+SI+AUTONOMIE: 231
  • Centrosinistra allargato: PD+SI+AUTONOMIE+NCD: 252
  • Larghe intese: PD+FI+NCD+AUTONOMIE: 307
  • Centrodestra ristretto: LEGA+FI+FDI: 193
  • Coalizione "no euro": LEGA+FDI+M5S: 297

Servirebbero le larghissime intese, insomma. Difficile, a essere ottimisti. E lo scenario sarebbe questo, pressappoco.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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