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L’incantesimo dei tecnici si è già spezzato?

Da un lato le grane sulla riforma del lavoro e i nodi irrisolti della questione pensioni, dall’altro la confusione nell’esecutivo e la ritrovata “energia” dei partiti: insomma, il Governo Monti è alla sua prima vera (e nascosta) crisi.
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Monti-Fornero-welfare

Nel raccontarvi la fine della luna di miele tra il Governo e gli italiani, ci eravamo soffermati sull'insostenibile decisionismo con il quale Mario Monti ed il ministro Fornero avevano inteso affrontare alcuni aspetti cruciali della riforma del lavoro. Una forzatura abbastanza evidente che, nonostante il plauso dei leader del fu centrodestra, aveva incontrato la strenua resistenza della Cgil, la "moderata insoddisfazione" di Cisl e Uil e finanche la sorprendentemente (sic) compatta contestazione da parte del Partito Democratico. Ma soprattutto, era sembrato evidente l'aprirsi della prima crepa consistente nell'edificio del consenso di cui il "tecnico chiamato a rimettere le cose a posto" aveva goduto fin dalla sua ascesa a Palazzo Chigi. Come se non bastasse, a tali angosce, si sono aggiunti negli ultimi giorni i nodi irrisolti di provvedimenti voluti con forza dall'esecutivo e difesi a spada tratta pur in mezzo a contestazioni di estrema rilevanza. Stiamo ovviamente parlando della reintroduzione dell'Ici, pur nella forma riveduta e corretta dell'Imu (la cui "paternità" resta peraltro incerta), nonché delle lacune nel progetto complessivo di riforma pensionistica (in particolare per ciò che riguarda i cosiddetti "esodati", una definizione di per se orrenda…).

Tra smentite e confusione, i partiti si riorganizzano – Il tutto mentre si susseguono le smentite incrociate fra i membri del Governo ed il Presidente del Consiglio si esibisce in due numeri degni del miglior Silvio Berlusconi: la dichiarazione immediatamente smentita, con carpiato e triplo avvitamento, e la "negaciòn de la evidencia", ovvero l'arte del negare la crisi pur in presenza del quadro più desolante degli ultimi decenni. Intendiamoci, se nessun dubbio può esserci circa il ritorno in termini di immagine e di credibilità della "pausa di riflessione a guida tecnica", allo stesso modo bisognerebbe cominciare a ripensare criticamente un'esperienza che sta mostrando tutte le sue contraddizioni. E che a farlo siano i partiti è arduo finanche immaginarlo, dal momento che ben altre sembrano essere le loro principali preoccupazioni. Consolidamento interno, ricerca e definizione delle alleanze e "conservazione della specie" (attraverso la nuova legge elettorale e la verifica delle imminenti elezioni amministrative): tanto per banalizzare. Insomma, il Governo Monti sta probabilmente attraversando la sua prima profonda crisi "politica" e, come mostrano le ultime rilevazioni, comincia a perdere consenso nel Paese proprio quando è chiamato ad affrontare questioni di una rilevanza assoluta. La riforma del lavoro, certo, ma anche la ridefinizione della fiscalità (per quanto ancora Monti riuscirà a resistere alle pressioni di industriali e professionisti che premono per la riduzione del carico fiscale?) , con scelte che rischiano di avere profonde conseguenze a pochi mesi da una tornata elettorale (quella delle politiche del 2013) decisiva anche per l'assetto istituzionale del Paese. Ed è questo il vero vulnus dell'esecutivo. Perché compiere scelte del genere "ad ogni costo" e "senza ulteriori trattative" sarebbe una forzatura intollerabile. Ma allo stesso tempo "questo" Parlamento non appare legittimato né preparato ad assumersi tale responsabilità. E di fantasmi è fin troppo pieno in tutta l'Eurozona…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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