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L’Imu sarà abolita, il Governo pronto a varare la nuova service tax

A spiegare meglio il provvedimento del Governo è il viceministro Baretta: “Abolita la rata di giugno dell’Imu, da settembre in vigore una tassa federale sui servizi”.
A cura di Redazione
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Sembra finalmente giunto il momento della schiarita sul complesso rebus dell'abolizione / rimodulazione dell'Imu. Stando a quanto rivela all'agi il viceministro dell'Economia, Pier Paolo Baretta, infatti, il Governo avrebbe finalmente trovato la quadra: "L'abolizione della rata di giugno dell'Imu sarà finanziata da uno stanziamento di due miliardi che verrà disposto dal governo entro il prossimo 30 agosto per non far scattare la clausola di salvaguardia. Inoltre, il successivo versamento di dicembre potrà essere evitato agli italiani sostituendo l'Imu con l'entrata in vigore per decreto di una nuova imposta federale, modello «service tax», fin dal prossimo primo settembre". Dunque nessun problema per la rata di giugno, mentre la copertura per la rata di dicembre sarà trovata grazie alla nuova imposta sui servizi.

In poche parole di tratterà di anticipare l'entrata in vigore della cosiddetta "service tax", una tassa "unica di stampo federalista, gestita dai Comuni, che inglobi la Tares e che potrebbe essere finanziata strutturalmente con un trasferimento dallo Stato centrale agli enti locali di due miliardi l'anno". Una cifra che consentirebbe l'esenzione dalla tassazione della prima casa e che rappresenta solo una parte delle risorse che il Governo è impegnato a trovare nelle prossime settimane. In effetti, ricorda ancora Baretta, bisognerà ancora fare in modo di recuperare un miliardo per evitare l'aumento dell'Iva, un altro miliardo per il rifinanziamento della Cassa Integrazione e altre risorse per provare a chiudere definitivamente la falla degli esodati. Interventi che secondo il viceministro non potranno che essere finanziati da una seria spending review, che ovviamente comporterà nuovi tagli ai ministeri e alla politica. Resta da capire quale sarà l'accoglienza in consiglio dei ministri di una proposta del genere.

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