Nonostante i proclami, i lustrini e le belle parole della politica l’Expo è un evento del quale dovremmo vergognarci senza se e senza ma perché è un evento inaugurato dall’Italia peggiore sulle spalle dell’Italia migliore.
L’Italia migliore ha dovuto lavorare per 15 ore al giorno per recuperare i ritardi dell’Italia peggiore. L’Italia migliore ha lavorato per poco meno di 1000 euro al mese mentre la cupola per gli appalti – formata da un esponente del PD, da uno di Forza Italia, da uno di NCD e dal general manager di Expo – ha incassato centinaia di migliaia di euro di tangenti e alla fine è stata condannata a pene risibili – alcune delle quali saranno scontate presso i servizi sociali -.
E' l’Italia migliore quella che ha lavorato per poco più di mille euro al mese – sabato, domenica e straordinari inclusi – mentre l’Italia peggiore intascava i soldi delle opere promesse e mai realizzate (come la nuova metro o le vie d'acqua – costate da sole 150 milioni di euro e che non vedranno mai la luce –).
L’Italia migliore è fatta anche dei 18000 volontari, che dovranno far dimenticare lo scandalo dei materiali usati per costruire i padiglioni: più economici di quelli previsti perché altrimenti il ritardo del cantiere sarebbe stato irrecuperabile.
L’Italia migliore ha la faccia di Raffaele Cantone, costretto a metterci la faccia per riparare agli scandali che hanno segnato quest’Expo mentre l’Italia peggiore si riempie la bocca di opendata, di trasparenza e alla fine realizza un sito che non risulta aggiornato nemmeno nel giorno dell’inaugurazione. Se ci attenessimo alle cifre riportate dal portale solo il 21% delle opere sarebbe stato completato ma quel dato è fermo da mesi senza che nessuno sia mai intervenuto ad aggiornarlo. OpenExpo sarebbe dovuto servire a controllare, oggi è l’esempio dell’Italia dei proclami che ama annunciare e mai realizzare.
L’Italia migliore esiste, lavora ogni giorno nonostante la parte peggiore del paese. L’Italia migliore ha accettato di tenere a galla questo paese nonostante la parte peggiore. Ciò che non è accettabile è il ricatto morale di chi non tollera le critiche, di chi parla di gufi e rosiconi ad ogni occasione. Di chi non riconosce che tra quei “gufi” preoccupati per il futuro di questo paese c’è quell’Italia che ogni giorno si alza e suda la propria giornata. Quell’Italia preoccupata per il futuro dei propri figli. Quell’Italia che sogna un paese in cui l’Expo sia davvero una grande occasione di rilancio e non l’ennesima torta da spartirsi.
L’Italia migliore sogna cantieri che rispettino i tempi stabiliti non perché non voglia lavorare anche il sabato e la domenica ma perché l’Italia migliore ha figli e famiglie a casa che li aspetta e vorrebbe semplicemente avere più tempo da passare con loro.
Quando il Presidente del Consiglio Renzi afferma che “è nel nostro DNA correre” sta mancando di rispetto non solo a chi lavora – ovvero agli operai costretti a "correre" non dai propri ritardi ma dalle tangenti della politica – ma soprattutto a quelle famiglie che devono vedere i propri cari sempre meno e sempre più stanchi perché una classe dirigente miope preferisce gli slogan alle azioni concrete.
L’Italia migliore non ha bisogno di slogan per andare avanti, lo fa ogni giorno, in silenzio. L’Italia migliore ha bisogno di una classe politica che rispetti gli impegni, che combatta la corruzione. L'Italia migliore ha bisogno di politici seri e non di motivatori pronti, nel momento del bisogno, a scaricare il peso di questo paese sulle spalle di chi lavora.
Stasera i muratori che hanno tirato su i palazzi dell'Expo non avranno neanche il il tempo di festeggiare ma dovranno preparere le valigie per partire alla volta di una nuova città e di nuovo cantiere, Dall'altra parte di Milano, l'Italia peggiore stapperà bottiglie comprate con i soldi delle tangenti. Stasera è l'ennesima vittoria dell'Italia peggiore su quella migliore.