Come forse ricorderete, nel febbraio dello scorso anno, gli iscritti al Movimento 5 Stelle ratificarono a larga maggioranza l’espulsione dal gruppo dei senatori Orellana, Campanella, Bocchino e Battista. La motivazione ufficiale era stata fornita dallo stesso Beppe Grillo con un post pubblicato sul suo blog: “Dopo svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male, i parlamentari del M5S hanno fatto un'assemblea congiunta decidendo l’espulsione dei suddetti senatori. A me dispiace, perché in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il MoVimento: "fate alleanze … perché non ha fatto alleanze con Letta … perché non fate". Tutte persone che sul palco quando c’ero io dicevano esattamente il contrario, dicevano: "a casa tutti", facevano degli olà che fulminavano. Sono cambiati, si cambia, non è mica detto. Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Non capisco le motivazioni ideologiche: "Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall’alto, il blog di Casaleggio". Queste sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche.”
Da allora i quattro senatori, che furono affiancati da altri 5 colleghi che abbandonarono il gruppo in segno di solidarietà, hanno continuato la legislatura nel gruppo Misto o in quello delle Autonomie, malgrado ripetuti tentativi di formare un gruppo autonomo (ricordiamo infatti che, dall’avvio della legislatura, il gruppo al Senato del Movimento 5 Stelle ha perso ben 18 membri). Un cammino fatto tra mille polemiche e tra i “sospetti” dei loro ex colleghi, che più volte li hanno bollati come “traditori” e “future stampelle” della maggioranza che sostiene il Governo Renzi.
A riaprire le polemiche, però, ci ha pensato proprio Lorenzo Battista, uno dei 4 senatori espulsi a febbraio dello scorso anno. Con una lettera aperta pubblicata sul suo profilo facebook, infatti, il senatore Battista lancia un appello agli ex senatori grillini e disegna un “nuovo cammino” per i dissidenti. Nel constatare come il Gruppo Misto conti ormai 29 membri e abbia evidenti problemi di gestione, il senatore propone di “mettere da parte i dissidi” e costituire un gruppo unico al Senato. A quel punto, poi, “la grande sfida che si potrebbe mettere sul piatto sarebbe quella di osare, provando a mettersi in gioco e dimostrare che oltre al no continuativo, spesso urlato, esiste anche la possibilità di affermare le proprie idee”. In soldoni: entrare nella maggioranza e fare richiesta di un ministero a Renzi.
“Sono passati due anni dal nostro insediamento al Senato, c’è all'orizzonte un obiettivo di far concludere la legislatura alla naturale scadenza del 2018”, spiega infatti Battista, dicendosi certo del fatto che “nonostante ci siano delle perplessità nei confronti del Governo, credo che andare al voto ogni volta che ci sia qualche brontolio parlamentare debba restare una brutta abitudine del passato”. E dunque, nel solco dell’articolo 67 della Costituzione (quello che sancisce la libertà dal vincolo di mandato dei parlamentari), Battista propone 3 percorsi:
- Costituzione di un gruppo che ambisce a entrare in maggioranza con un’eventuale richiesta di avere un dicastero la cui direzione potrebbe anche essere ricoperta da un tecnico. Si è responsabili delle linee politiche di quel ministero.
- Al fine di superare le difficoltà per una stesura di un programma politico, ogni componente potrebbe presentare un punto di programma per ogni commissione e iniziare una trattativa per chiedere che questi punti vengano inseriti nell’agenda del Governo o in quella parlamentare.
- Alcuni di voi manifestano spesso e volentieri una simpatia per le politiche di sinistra, apprezzamenti per quanto sta facendo Alexis Tsipras, o consensi per le dichiarazioni di esponenti sindacali. Votate praticamente sempre in linea con la componente SEL che conta 7 membri. Penso che dobbiate avere il tempismo politico di agire adesso, non rimandare all’infinito una vostra scelta di campo in attesa che qualcuno si schieri. Non si può fare politica nell’attesa che qualcuno scenda in campo ma si deve cercare di usare al meglio chi è impegnato in questo momento cioè Voi stessi. Basta che 3 di voi chiedano di aderire a SEL, anche in un’ottica di un eventuale rinnovamento partitico e costituire quindi un gruppo SEL al Senato. In questo modo potreste raggiungere un duplice risultato: confluire in un gruppo omogeneo e dare la possibilità al gruppo misto di strutturarsi con una composizione maggiormente rappresentativa della eterogeneità del misto.
Ecco cosa scrive Battista:
Le prime risposte, però, non sono entusiastiche: