L’aut aut di Draghi: O tagli o nuove tasse
![Governatore di Bankitalia](https://staticfanpage.akamaized.net/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2011/07/Mario-Draghi.jpg)
In vista della votazione sulla manovra finanziaria che si terrà venerdì, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha lanciato un monito alle forze parlamentari: se non verranno previsti ulteriori tagli alla spesa pubblica, le tasse rischiano seriamente di aumentare. L'obiettivo dichiarato è il pareggio di bilancio nel 2014, ma per raggiungerlo, secondo Draghi, bisognerà continuare a tagliare: "Se non si incide anche su altri voci di spesa– ha affermato- il ricorso alla delega fiscale e assistenziale per completare la manovra nel 2013-2014 non potrà però evitare un aumento delle imposte".
Il governatore, intervenuto all'assemblea dell'Abi, ha anche posto l'accento sulla necessità di muoversi in tempi rapidissimi: "avendo anticipato le usuali scadenze – ha dichiarato- occorre definire in tempi rapidissimi il contenuto delle misure ulteriori volte a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. A questo soprattutto guardano oggi i mercati. Esistono rischi che questi provvedimenti distorcano l'impianto della correzione, opportunamente basato sostanzialmente su tagli delle uscite". Della serie "fare qualcosa e farlo alla svelta".
Draghi ha poi sottolineato che l'Italia può senza dubbio fare affidamento su "fattori favorevoli" per proseguire sulla strada del risanamento dei conti e superare le minacce dell'emergenza; tuttavia è necessario andare oltre le logiche di fazione e cercare di collaborare per trovare un "intento comune". Gli spread hanno raggiunto "livelli visti solo nel 2008", ma per il governatore, rispetto a 3 anni, oggi le banche italiane sono più solide e "meno cariche di pesi morti".
Il numero uno di Bankitalia ha poi voluto ricordare che, nella situazione attuale, bisognerebbe finalmente varare quelle riforme strutturali che il Paese invoca da anni. Tali riforme consentirebbero di guadagnare credibilità presso i mercati, anche perché oggi "la solvibilità degli stati sovrani non è più un fatto acquisito ma va guadagnata sul campo con una crescita alta e sostenibile, possibile solo con i conti in ordine".