video suggerito
video suggerito
Opinioni

L’aumento del consumo di droga e alcol tra i giovani è una balla spaziale

Sfruttando il traino di alcuni episodi di cronaca televisioni e giornali lanciano l’allarme sul consumo di alcol e droga tra i giovani. Peccato, o meglio per fortuna, che i dati siano diametralmente opposti e che il consumo di alcool e droga sia in deciso calo.
917 CONDIVISIONI
Immagine

Tanto si è scritto, e bene, sulla terribile abitudine dei media di cavalcare un’ondata “emozionale”, nata sulla scia di un fatto di cronaca, fino a creare praticamente dal nulla allarmi ed emergenze. L’estate 2015 è dunque quella dell’allarme alcool e droga fra gli adolescenti. E sembrerebbe finanche naturale adeguarsi, con editoriali al vetriolo sulle giovani generazioni che non hanno valori, riferimenti culturali eccetera eccetera.

In realtà, ci sarebbe un’altra strada, quella di provare a capire “da dove viene” l’allarmismo e che livello di fondatezza hanno le urla scomposte di giornali e televisioni circa la perdizione delle giovani generazioni. Provare a vedere che dicono i dati, insomma. Raccontare i fatti senza generalizzare, magari.

Anche perché, ve lo anticipiamo, non ce ne frega nulla del dibattito “morale” sulla liceità del consumo di alcool o droga, ci frega ancora meno della sociologia d’accatto e consideriamo zero i commenti del tipo “ai miei tempi…”.

E allora proviamo a partire dai dati, quelli veri, non quelli inseriti a casaccio nelle tabelle dei telegiornali (tipo i 30mila morti under 25 per alcool in Italia nell’ultimo anno del Tg5). La questione alcool è più semplice da affrontare, considerando che, forse qualcuno lo ha dimenticato, in Italia è LEGALE consumare alcool, è consentito ai maggiorenni di acquistarne ed è lecita la somministrazione anche dopo la mezzanotte (fanno fede i regolamenti comunali). Ovviamente, come spiega l'ISS, "è importante precisare che per la minore età, qualsiasi tipo di consumo, anche occasionale, è da considerare a rischio e infatti la legge, per questa fascia di popolazione, vieta la vendita e la somministrazione di qualsiasi tipo e quantitativo di bevanda alcolica".

Proprio l’Istituto Superiore della Sanità ha pubblicato recentemente un rapporto contenente i dati di monitoraggio alcol-correlato a cura dell’Osservatorio nazionale alcol del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute. Si tratta dei dati più aggiornati in nostro possesso, che possono essere incrociati con rilevazioni e proiezioni relative agli anni in corso (utilizzeremo anche uno studio commissionato dalla Banca Mondiale), in modo da fornire un quadro d’insieme decisamente indicativo.

Prima di tutto, consideriamo il dato generale sul consumo di alcool in Italia. Il trend è chiarissimo, dai dati del database Health for All:

Immagine

E il confronto con il resto d'Europa per quel che concerne i "bevitori incalliti" è indicativo:

Immagine

Insomma, come ribadisce l'ISS, "sebbene inizialmente l’Italia si trovasse nella fascia dei paesi con il consumo medio pro capite più elevato, nel 2010 e per il terzo anno consecutivo, il nostro paese è risultato essere quello con il valore più basso tra tutti i 28 Paesi considerati dell’UE".

Intendiamoci, non si tratta di sottovalutare i rischi del consumo di alcool né di parlare dell'Italia come di una terra felice e libera dalle problematiche connesse al consumo eccessivo di bevande alcoliche, quanto semplicemente di fare chiarezza, "parlando il linguaggio della verità".

E allora conviene prendere i dati e disaggregarli per età: in questo caso, confrontando i dati del 2013 con quelli del 2010 e del 2007 si evidenzia una netta diminuzione del consumo di alcool fra i giovani (in sei anni – 10,6%, seppur con una tendenza al consolidamento del dato negli ultimi anni).

 

Bisogna ovviamente considerare non solo il dato generale, ma anche il cosiddetto “consumo eccedentario”, che si calcola considerando la percentuale di soggetti che hanno dichiarato di aver consumato giornalmente bevande alcoliche in quantità superiori a quelli raccomandati.

Immagine

I dati sono significativi, ma vanno interpretati. Il grafico così com’è in effetti ha pochissimo senso: possibile che dai 16 ai 17 anni è incosciente il 50% della popolazione maschile che di colpo rinsavisce compiuti i 18 anni di età? Ovviamente no, dunque il grafico si spiega considerando che per la fascia di età 11 – 17 la quantità di alcol raccomandata è pari a 0, dunque basta poco per finire nella categoria “consumatori eccedentari”.

Dunque? Dunque anche i consumatori eccedentari sono in netto calo, come evidenzia il grafico successivo:

Immagine

Quest’ultimo grafico introduce l’ultimo tassello da inserire per una corretta ricostruzione del “fenomeno”: il binge drinking. Con tale locuzione si intende “il consumo di oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche (un bicchiere corrisponde ad una UA standard contenente 12 grammi di alcol puro), indipendentemente dal sesso, concentrato in un’unica occasione di consumo”: si tratta di una tipologia di consumo che può esporre le persone sia a rischi immediati per la salute che a danni cronici e che è messo in pratica da circa il 10% degli uomini con più di 11 anni (il 2,1% delle donne, dati 2013). Tale comportamento riguarda in particolar modo i giovani nella fascia 18 – 24 anni e in percentuale rilevante anche la fascia 25 – 44 anni.

Quando si considerano i consumatori a rischio, dunque, bisogna tener conto dei binge drinkers. Lo ha fatto l’ONA – CNESPS, che ha costruito un indicatore proprio tenendo conto dei due principali comportamenti a rischio: il consumo abituale, quotidiano eccedentario e quello occasionale noto come binge drinking. Anche questo indicatore, però, conferma il trend evidenziato nei grafici precedenti:

Immagine

Resta ovviamente alta l’attenzione del ministero della Salute sulla questione del consumo fra i giovani, soprattutto per quel che concerne i decessi e le conseguenze “indirette” dell’abuso di alcol. (ad esempio gli incidenti stradali dovuti all’assunzione di sostanze alcoliche). Anche in questo caso i numeri fanno ben sperare: nel 2013 il numero di decessi è calato del 7,1% rispetto all’anno precedente, quello dei feriti del 3,5% e l’Italia è 13esima in Europa per numero di incidenti stradali di questo tipo.

Quindi?

Ecco, tutti i dati a nostra disposizione testimoniano che non solo non vi è alcun allarme circa il consumo di alcol tra i giovani, ma che anzi il consumo, abitudinario ed eccedentario, è in diminuzione così come diminuisce il numero dei soggetti a rischio. E che non basta qualche episodio di cronaca, per quanto tragico, a generare una emergenza sociale. 

Il consumo di droghe

Se la trattazione sulla questione alcol è stata lunga ed approfondita, quella sul "fenomeno droga" lo sarà meno. In primo luogo perché i dati a nostra disposizione sono meno dettagliati e precisi (il consumo di droga non è legale, come noto), in secondo luogo perché si tratta di un tema su cui c'è un'ampia letteratura. Recentemente, ad esempio, il giornale online Linkiesta.it ha prodotto un eccellente report della situazione, utilizzando i dati del ministero dell'Interno.

L'analisi ha abbracciato il numero di "decessi per intossicazione da sostanze stupefacenti", evidenziandone il calo tendenziale:

Immagine

Sui decessi si concentra anche lo studio di Riccardo Saporiti su Wired, che ricorda come “in realtà il numero di decessi aumenta con l’età: nel 2015 sono stati solo 4 i teenager che hanno perso la vita per l’abuso di droghe, mentre la stessa sorte è toccata a 49 persone di età compresa tra i 35 e i 39 anni”. E si ribadisce come sia ancora l'eroina la prima causa di decessi tra i consumatori di sostanze stupefacenti.

Sempre Linkiesta sottolinea poi come "relativamente agli incidenti legati al consumo di droghe, si rileva una diminuzione del numero totale dei feriti (-3,2%) e degli incidenti stradali (-2,9%), mentre il numero di decessi aumenta (+17,1%)".

Infine se consideriamo il "semplice consumo" di sostanze stupefacenti da parte della popolazione giovanile:

In base a uno studio condotto nel 2014 su un campione di 31.661 studenti di età compresa tra 15-19 anni, viene fuori che 23,46% ha fatto uso una o più volte di cannabis (21,56% nel 2013), l’1,58% di cocaina (2,05% nel 2013), lo 0,21% di eroina (0,36% nel 2013), l’1,36% amfetamine e-o ecstasy (1,35% nel 2013) e lo 2,03% di allucinogeni (2,13% nel 2013).

Il 2,2% della popolazione scolastica 15-19 anni riferisce di aver provatoamfetamine ed ecstasy almeno una volta nella vita. L’1,4% ha utilizzato queste sostanze nel corso dell’ultimo anno, mentre il consumo di stimolanti nei 30 giorni antecedenti la compilazione del questionario è stato riferito dallo 0,7% degli studenti intervistati. Il consumo più assiduo di stimolanti (20 o più volte annualmente) è stato riferito dal 5,3% e dal 5,9% della popolazione studentesca rispettivamente maschile e femminile.

917 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views