Se per Silvio Berlusconi è praticamente "game over", allora bisognerà impedirgli un comodo "insert coin". Così avranno pensato i deputati di Sinistra Ecologia e Libertà nell'immaginare un emendamento al disegno di legge di iniziativa governativa “Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore". Un modo per impedire materialmente al "non più senatore" Silvio Berlusconi di finanziare il Popolo della Libertà o la rinascita di Forza Italia. L'emendamento, presentato dal tesoriere Boccadutri e che doveva essere discusso già stamattina (prima che si optasse per un nuovo rinvio del testo in Commissione, tra le proteste dell'opposizione parlamentare), sostanzialmente implica che un "condannato in via definitiva per corruzione e concussione o per frode fiscale, non può finanziare i partiti o movimenti politici".
Nel dettaglio, la norma, che davvero sembra cucita addosso al Cavaliere, prevede che : "chiunque sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per i reati previsti dagli articoli 314, primo comma, 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-ter e 320 del codice penale e dagli articoli 2, 3, 8, 9, 10, 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n.74, non può destinare, sotto qualunque forma, erogazioni, liberali o meno, denaro o altra utilità in favore di partiti, movimenti, liste e fondazioni politiche». Non solo. Il divieto si estende anche «alle persone giuridiche amministrate, controllate o partecipate in misura superiore al 20%» dalle persone condannate per quei reati fiscali e contro la pubblica amministrazione".
L'arma finale contro il Cavaliere, che dopo la decadenza da senatore, l'esecuzione della sentenza di condanna (che siano servizi sociali o arresti domiciliari), l'imminente arrivo a sentenza di secondo grado del caso Ruby e del ricalcolo dell'interdizione da parte della Corte d'Appello di Milano (e sempre in attesa degli sviluppi dell'inchiesta di Napoli e della definitiva pronuncia della Cassazione sul caso Unipol), potrebbe trovarsi nelle condizioni di non poter nemmeno più finanziare il movimento politico da lui fondato. E, ancora una volta, a decidere sarà il Pd.