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L’allarme di Bankitalia: “Se il Tfr resta in busta paga pensioni a rischio”

Il vicedirettore generale della Banca d’Italia avverte: “Provvedimento temporaneo, altrimenti i giovani avranno rendimenti bassi”.
A cura di Antonio Palma
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Se la misura del Tfr in busta paga prevista dalla legge di stabilità del governo resta per sempre ci sono seri rischi sul fronte delle pensioni. A lanciare l'allarme è il vicedirettore della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso di un'audizione in Parlamento sulla legge di stabilità davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Secondo il numero due di Bankitalia, infatti, il provvedimento del governo che consente ai lavoratori di scegliere se farsi riconoscere in busta paga la quota mensile di Tfr che attualmente viene accantonata deve essere limitato nel tempo altrimenti le pensioni, in particolare quelle dei più giovani e precari, che rischiano di maturare rendimenti tropo bassi. È "cruciale" che sia "mantenuta la temporaneità del provvedimento" ha spiegato Signorini ricordando che il rischio è che "l'adesione dei lavoratori a basso reddito" li porti "in futuro ad avere pensioni non adeguate".

Rischio pensioni per i giovani

"Lo smobilizzo del Tfr maturando inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare, o del Tfr se percepito alla fine della carriera, di integrare il sistema pensionistico pubblico, che in prospettiva presenta bassi tassi di sostituzione, soprattutto per i giovani, mediamente più soggetti a vincoli di liquidità" ha spiegato il vicedirettore di Palazzo Koch. Anche per questo Signorini ha proposto l’invio ai lavoratori della "cosiddetta busta arancione”, cioè di un estratto conto che contenga "proiezioni della propria ricchezza pensionistica al variare dello scenario macroeconomico e in funzione della propria carriera lavorativa", in modo da "consentire ai lavoratori di effettuare una scelta consapevole sull’opzione loro concessa".

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