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L’alcol sarà vietato ai minorenni in Italia. Lo dice il Decreto Sanità

L’emendamento è stato approvato oggi in Commissione Affari sociali della Camera. Il governo dice basta alla vendita di bevande alcoliche tra i minori di 18 anni. Pesanti sanzioni per chi non rispetta le regole che saranno estese anche ai distributori automatici.
A cura di Biagio Chiariello
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alcol vietato ai minorenni

Vietato vendere gli alcolici ai minori di 18 anni. Per i trasgressori sono previste sanzioni da 250 a 1000 euro (che salgono da 500 a 2 mila euro se il fatto è commesso più di una volta, con sospensione dell’attività per 3 mesi). Lo stabilisce un emendamento all'articolo 7 del decreto sanità di Balduzzi, approvato in Commissione Affari sociali della Camera. La proposta di modifica è stata scritta dai relatori (Lucio Barani del Pdl e Livia Turco del Pd). «E' un'importante misura di prevenzione, per la salute e dei ragazzi e per la loro sicurezza, quando sono alla guida e non solo«, ha commentato il relatore Barani dopo l'ok. La stretta sugli alcolici (tra i prodotti il cui prezzo è aumentato di più dall'entrata in vigore dell'euro) interesserà anche  i distributori automatici, che dovranno obbligatoriamente essere dotati di sistemi di «rilevazione dei dati anagrafici dell'utilizzatore mediante sistemi a lettura ottica dei documenti» a meno che non ci siano persone fisiche deputate a questa funzione. In caso contrario scatteranno le stesse sanzioni amministrative pecuniarie previste nei confronti dei commerciati che trasgrediscono al provvedimento. La norma relativa ai distributori è stata fortemente voluta dall'Udc (che inizialmente chiedeva addirittura un anno di arresto per i trasgressori) e porta come prima firma quella del leader Pier Ferdinando Casini.

Il governo dice "stop" al consumo di alcolici tra i minorenni. Una posizione forte e chiara espressa anche a seguito degli ultimi dati relativi al consumo di bevande alcoliche tra i giovani. L’ultimo allarme era stato lanciato dal Congresso Nazionale degli Psichiatri, cifre che indicavano un consumo di alcol per oltre 1 milioni di ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Più precisamente secondo il Report dell'Istat sull'«Uso e l'abuso di alcol in Italia nel 2011», la quota di 14-17enni che bevono fuori pasto è passata dal 15,5% del 2001 al 18,8% del 2011. Non solo. Fra gli 11-15enni, che dovrebbero essere completamente astemi, si arriva all'11,9%. Ma da monitorare «attentamente – secondo l'ultima relazione del ministro della Salute al Parlamento sul consumo di alcolici in Italia – è anche l'evoluzione del bere femminile».  Negli ultimi 15 anni, infatti, «c'è stato un impressionante aumento del consumo fuori pasto tra le giovanissime bevitrici di 14-17 anni, passate dal 6% del 1995 al 14,6% del 2010». Parallelamente, continua Balduzzi oltre al dilagare del "binge drinking" (bere fino a ubriacarsi), «nell'ultimo decennio è aumentato significativamente tra le donne anche il consumo di bevande tradizionalmente maschili come la birra e gli aperitivi alcolici». 

Così scrive il Ministro Balduzzi nel rapporto:

I comportamenti dei giovani richiedono una particolare attenzione e devono essere attentamente monitorati, in quanto possono comportare conseguenze molto gravi sia sul piano sanitario, determinando anche condizioni patologiche estreme quali l'intossicazione acuta alcolica e l'alcoldipendenza, sia su quello psico-sociale, con assenze scolastiche, peggioramento delle prestazioni, aggressività, violenza, deterioramento delle relazioni sociali, influenze negative sullo sviluppo cognitivo ed emotivo».

C'è da dire che già nel 2007, Livia Turco, allora ministro della Sanità e oggi promotrice dell'iniziativa, aveva fatto approvare la norma che prevedeva il divieto di vendere alcolici ai minori di 18 anni, e di servire alcolici dopo le 2 di notte nelle discoteche. Una norma che innalzava il precedente divieto dai 16 anni alla maggiore età, prevedendo multe per i titolari dei locali fino a seimila euro. Ma all'epoca si innalzò un vero e proprio vespaio di polemiche  soprattutto da parte dei produttori di vino e delle loro organizzazioni, che sottolineavano gli aspetti di «proibizionismo» e la «demonizzazione» del prodotto che è un «prezioso biglietto da visita del nostro made in Italy». Notevoli le lamentele anche da parte dei produttori dei cosiddetti «alcolpops», bevande alcoliche con succhi di frutta che spopolano nelle discoteche. E alla fine il provvedimento che sarebbe dovuto essere un fiore all'occhiello della legge Finanziaria 2007 fu stralciato.

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