Abbiamo vissuto, come mai prima nella Storia, un'Italia ferma per due mesi. Tutto bloccato eccetto la produzione di generi alimentari, l'informazione giornalistica come noi a Fanpage.it, e (chissà perché) le commesse e la produzione di armi. Per il resto sono stati due mesi di “Italia ferma in lockdown".
Chi ha potuto ha lavorato da casa – l’accelerazione forzata dello smart working – moltissimi invece sono stati messi in cassa integrazione o ferie forzate, e moltissimi altri hanno semplicemente perso il lavoro, perché magari collaboratori a partita Iva o impiegati in piccoli lavoretti al nero, che con l'Italia in lockdown sono terminati.
Fra quelli che hanno perso il lavoro, la maggioranza si è ritrovata con la cosiddetta "acqua alla gola". Cioè a pochi centimetri dall'affogare nella preoccupazione di come – letteralmente- mangiare la sera.
Cercando soluzioni alternative, alcuni hanno deciso di spogliarsi di fronte alla webcam del proprio computer, per provare in questo modo a racimolare uno stipendio. Pink Kandy è la più famosa cam girl italiana, da anni punto di riferimento nel settore degli spettacoli erotici per chi decide di avvicinarsi a questo lavoro. E io ho deciso di andare a parlarci perché ha una storia drammaticamente rappresentativa da raccontare: "In questo periodo ho ricevuto decine di email e messaggi", ha raccontato Kandy di fronte alla telecamera "da persone che chiedevano il mio aiuto per iniziare a intraprendere questo mestiere. Io do sempre una mano a tutte, ma in questo caso le richieste erano mosse dalla disperazione economica, e mi sono sentita triste e impotente”.
Pink Kandy traccia una differenza sostanziale fra le email e i messaggi che riceveva prima dell'esplosione dell'emergenza del Coronavirus e quelli che sta ricevendo ora. "Prima vi era molta curiosità intorno a questo mestiere, ragazze e ragazzi magari esibizionisti, che comunque avevano piacere di mostrarsi e lavorare in cam, come me. Io ho scelto questo lavoro per divertimento, mi piace e lo faccio con passione. Ora invece la maggioranza delle lettere che ricevo sono da parte di persone che hanno perso il lavoro e hanno un bisogno estremo di lavorare, un'esigenza economica a cui non sanno sopperire in altro modo, e dunque – questo è il dramma – non possono “scegliere” come invece ho fatto io”.
Un motivo per cui ho sempre amato Pink Kandy, la sua schiettezza e la sua capacità di analisi, è nelle sue parole: "Fare spettacoli erotici, a carattere pornografico, è una scelta intima e personale. E’ divertente se lo scegli con la libertà e la passione di poterlo fare. Ma non è “un lavoro per chiunque”, dunque se entri in questo mondo perché sono i problemi economici a spingerti, allora è un dramma”. Ha ragione Pink Kandy, no?
Facciamo un passo indietro. Conosco Kandy da due anni, da quando ha deciso di raccontare pubblicamente il suo mestiere: esibirsi di fronte alla telecamera del proprio computer in show per adulti. Esistono infatti siti appositi a cui ci si collega e, spesso in cambio di una mancia economica alla persona dall'altra parte dello schermo, si può usufruire di uno spettacolo pubblico o privato.
Pink Kandy è felice di fare questo lavoro. Italiana, una famiglia normale – come si dice in queste occasioni – ha frequentato l'Università, non beve, non fuma, non ama le parolacce, sarebbe la chierichetta perfetta. Di mestiere Pink Kandy fa spettacoli pornografici in cam. Ecco, questo magari il prete di paese non potrebbe approvarlo, ma chissà, i preti hanno la capacità di stupire sempre. Sicuramente nessuna persona normale può approvare un lavoro ad alta densità intima e personale quando sono le esigenze del pranzo e della cena a obbligarti a farlo. E su questo, scommetto, sono d’accordo sia Kandy che il prete.
