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Jobs Act, ora nel Pd è scontro frontale (e totale)

La Bindi attacca Renzi e paventa una scissione, Cuperlo e Orfini se le danno di santa ragione su facebook. E Bersani prova (invano) a ricucire.
A cura di Redazione
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La giornata di ieri è destinata comunque a rimanere storica nella breve storia del Partito Democratico, considerando sia la portata dell’opposizione alla linea del segretario del partito (nonché Presidente del Consiglio), sia il merito della questione, la riforma del lavoro (tema centrale nella riflessione “a sinistra”, almeno in teoria). Così, dopo l’uscita dall’Aula di una trentina di deputati democratici (29 nel documento ufficiale, qualcuno in più considerando le assenze “tattiche”) arriva il momento della resa dei conti a mezzo stampa / social media. Comincia la Bindi con una intervista al Corriere della Sera che sta facendo molto discutere (soprattutto nelle parti in cui si giudica “già in fase calante” la parabola di Matteo Renzi e si ipotizza anche una scissione nel caso in cui il partito non cambiasse direzione), continua Pier Luigi Bersani con una intervista “cerchiobottista” a Repubblica (in cui sostanzialmente si critica l’operato del Governo ma si invita a non remare contro la ditta), chiudono (per ora) Gianni Cuperlo e Matteo Orfini a mezzo social network.

Il candidato alle primarie del Partito Democratico sceglie infatti il proprio profilo facebook per inviare una dura missiva al Presidente del partito (che aveva duramente criticato i 30 deputati che, a suo dire, si sarebbero “autoisolati, da vittime di protagonismo a fini di posizionamento interno”). Parole durissime che suonano anche come un atto di sfiducia verso chi dovrebbe essere “una figura di garanzia del partito”:

La risposta di Orfini non si fa attendere ed arriva sempre tramite facebook (con tanto di frecciata sulle “larghe intese”:

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