Jobs Act, ok all’emendamento del governo: “Hanno abolito l’articolo 18”
UPDATE – Pippo Civati: “Qualche minuto fa la commissione Lavoro ha praticamente abolito l’articolo 18”. Con un post sul suo blog il deputato del Pd Pippo Civati ha commentato l’emendamento approvato in serata in Commissione Lavoro alla Camera. “Ecco, ve la scrivo così – dice Civati – e penso che non è vero che non ci siano più né destra né sinistra. La prima è sopravvissuta, diciamo, ed è in gran forma”. Ecco il post integrale pubblicato dal deputato del Partito Democratico.
Ecco, ve la scrivo così. E mentre Nunzia De Girolamo giustamente festeggia e molti esponenti del Pd si dichiarano soddisfatti, penso alle facce incontrate in manifestazione venerdì, al Circo Massimo del 2002, alle tante serate passate, quando ero giovane, a incontrarmi con gli amici e i compagni dell’Ulivo per resistere al progetto di Berlusconi. Penso ai giovani che si aspettano i sussidi universali (sì, proprio universalissimi) che non arriveranno, penso a Monti che due anni fa ci provò, ma poi si fermò a metà strada, penso che come direbbe Bersani non me lo sarei mai aspettato che certe cose le avremmo fatte noi, penso al senso che a poco a poco si perde, giorno dopo giorno, passo dopo passo. Penso ai colleghi che poi si dispiacciono in privato, a quelli che cercano ragioni, a quelli che oggi hanno anche il coraggio di insultare chi non è d’accordo. Penso al programma elettorale e al mandato ricevuto dagli elettori, contro i soprusi e le ingiustizie e le disuguaglianze. Penso alla Costituzione (non troppo però, perché è vecchia, bisogna cambiarla) e a chi l’ha scritta. Penso che non si ribellerà nessuno, o quasi, del nostro gruppo, perché c’è sempre una ragione superiore. E penso a Berlusconi che ci ha messo anni e da quando è decaduto succedono un sacco di cose che non gli possono non piacere. E penso alle promesse e alle parole che volano via. E penso che non è vero che non ci siano più né destra né sinistra. La prima è sopravvissuta, diciamo, ed è in gran forma.
UPDATE – Ok all’emendamento del Governo sull’articolo 18. L’emendamento che il governo ha presentato in Commissione Lavoro alla Camera è stato approvato in serata: Movimento 5 Stelle, Sel, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega hanno votato no e subito dopo hanno abbandonato i lavori in segno di protesta. Sul Jobs Act è intervenuto in serata, tramite la sua e-news, il premier Renzi: “Quando la cortina fumogena del dibattito ideologico si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs Act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici”. Dal 2007 al 2013, così Renzi, “l'Italia ha perso poco meno di un mln di posti. Negli ultimi sei mesi abbiamo recuperato poco più di 150mila. Ancora poco. Ma è un primo segnale che va incoraggiato”. Intanto, dopo Cgil e Cisl, anche la Uil proclama lo sciopero generale: “Coerentemente con il percorso messo in atto in questi mesi e avendo esperito tutti i tentativi per ottenere risultati concreti, a questo punto, la Uil – si legge in una nota- dichiara lo sciopero generale e proporrà, già domattina a Cgil e Cisl l’individuazione di una data e di modalità comuni per l’attuazione della mobilitazione ormai non più rinviabile”.
L'emendamento del governo sul Jobs Act
Il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato ai licenziamenti nulli e discriminatori e "a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato". È quanto prevede il nuovo emendamento del governo sul Jobs Act presentato oggi in Commissione Lavoro della Camera dove il provvedimento sul lavoro è in discussione. Per i licenziamenti economici invece viene confermata l'esclusione del reintegro nel posto di lavoro e si prevede al suo posto "un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio". Lo stesso emendamento governativo inoltre prevede "tempi certi" per l'impugnazione del licenziamento. L'emendamento è arrivato dopo una giorni di intensi colloqui nella maggioranza soprattutto tra il Premier e il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Esulta il Nuovo Centrodestra
Dopo l'annuncio dell'emendamento infatti da parte del Ncd è stata espressa soddisfazione perché, come ha spiegato Maurizio Sacconi, "il governo ha indicato correttamente la formulazione concordata che esplicitamente individua l'indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio". "Vi è l'intesa che le fattispecie previste per i licenziamenti dovranno essere disegnate in modo così circoscritto e certo da non consentire discrezionalità alcuna al magistrato, in modo che i datori di lavoro abbiano quella prevedibilità dell'applicazione della norma che li può incoraggiare ad utilizzare i contratti a tempo indeterminato" ha proseguito Sacconi, concludendo: "Ora dobbiamo fare presto".
Sinistra e minoranza Pd contro
Al contrario la decisione ha creato non pochi malumori nella sinistra e nella minoranza Pd. "Ha vinto Sacconi, è quello che voleva Sacconi" ha commentato infatti il responsabile Lavoro di Sel, Giorgio Airaudo, spiegando che ora "è esplicitato che per i licenziamenti economici non c'è il reintegro e per i disciplinari dobbiamo aspettare la trattativa lobbistica sui decreti attuativi". "Sulla legge di stabilità non è questione di sfiduciare il governo, perché sennò va a casa. È questione di chiedere rispetto per le nostre proposte. Per ora abbiamo fatto la domanda, risposte non ne sono venute" ha dichiarato invece Pippo Civati, annunciando: "Voterò contro il Jobs Act, la mediazione che stanno trovando è una montagna che partorisce nemmeno un topolino, un mostriciattolo, non so come sia possibile".