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Jamil Sadegholvaad è il primo sindaco di origine straniera: “Ho un nome strano, ma sono riminese doc”

Jamil Sadegholvaad, 49 anni, nato a Rimini da papà iraniano e madre romagnola, è il primo sindaco di un comune capoluogo di origine straniera. A proposito di no vax, vista la presenza nel neo-eletto parlamentino locale anche dell’aspirante sindaco del Movimento 3V, si dice perplesso, mentre sull’assenza ancora oggi di una legge sullo ius soli, spiega: “Bisogna trovare il modo giusto, non credo sia opportuno dare in maniera indiscriminata la cittadinanza a chi nasce su un territorio. Ci deve essere una condivisione di valori, di principi, di ideali. Questo per me è molto importante” conclude il nuovo sindaco di Rimini, dove il padre gestisce da oltre 40 anni un negozio di tappeti e dove vive insieme alla figlia e alla moglie afro-brasiliana.
A cura di Beppe Facchini
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Nato in Riviera Romangola nel 1972 da padre iraniano e madre originaria di Coriano, Jamil Sadegholvaad è il nuovo sindaco di Rimini. Ha vinto le elezioni amministrative al primo turno, ottenendo il 51,3% di preferenze, grazie al sostegno della coalizione di centrosinistra guidata dal Pd (il suo partito di appartenenza) e con all'interno anche la lista civica "Jamil Sindaco", in grado di ottenere il secondo risultato migliore fra quelle in corsa, conquistando ben sette posti nel nuovo consiglio comunale. Sadegholvaad, già assessore nella giunta uscente, guidata dal dem Andrea Gnassi, è così diventato il primo italiano di seconda generazione eletto sindaco in un capoluogo di provincia. “Non mi nascondo dietro un dito -dice il diretto interessato, intervistato da Fanpage.it-: mi rendo conto che un valore simbolico ce l'ha questa mia elezione. Però al tempo stesso spero che la città possa apprezzarmi per quello che farò, perché è coi riminese che avrò a che fare”.

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Arrivato a fine anni sessanta in Italia per le vacanze insieme ad alcuni compagni di studi in Germania, ma senza più tornare indietro dopo un colpo di fulmine in Romagna, il padre del nuovo sindaco è il titolare di uno storico negozio di tappeti della città. Esiste da oltre 40 anni e Sadegholvaad figlio, uno che con le mani in mano non è mai riuscito a rimanere, spesso lo ha aiutato nell'attività, sia durante gli studi da pendolare all'Università di Bologna, che dopo, quando ha cercato l'indipendenza economica trovandosi mille altri lavori. “La mia vita è stata sempre qui” racconta Jamil, sottolineando la scelta del padre, di fede musulmana, di iscriverlo ad un asilo gestito dalle suore. “Non ha avuto nessun problema a mandarmi lì, perchè lui, secondo me giustamente, ha sempre avuto l'idea che devi integrarti nel Paese dove nasci e nei valori, perchè sono fondanti di una nazione”. Non a caso, quindi, a proposito di ius soli, dice: “A volte ho rimproverato, per quel piccolo ascolto che posso avere, il Partito Democratico per aver affrontato alcune battaglie nel momento storico sbagliato. Certe battaglie, seppur giuste, vanno affrontate quando ci sono le condizioni politiche per poterle portare fino in fondo. Se no diventano solo delle bandiere sventolate sapendo bene che non si arriva da nessuna parte. Allora: io credo che bisogna trovare il modo giusto, non credo che sia opportuno dare in maniera indiscriminata la cittadinanza a chi nasce su un territorio. Credo comunque -continua Sadegholvaad- che sia importante integrare anche attraverso la cittadinanza i giovani che nascono in Italia. Però ci deve essere una condivisione di valori, di principi, di ideali. Questo per me è molto importante”.

"I sindaci coi nomi strani -prosegue- si stanno moltiplicando in Europa e questo è un buon segnale, perché spesso si parla di integrazione mancata, si parla di problemi magari legati ai giovani, a gruppi di ragazzi si seconda generazione che fanno fatica a integrarsi". Tornando sulla propria esperienza personale, poi dice: "A casa mia c'è diversità di religioni e si parlano correntemente tre lingue, mentre la madre di mia figlia è una ragazza di San Paolo, afro-brasiliana, spiritista: l'ho incontrata strada facendo e il mio tasso di internazionalità si è ulteriormente allargato. Credo di avere radici profonde e solidissime in Rimini, però la testa è aperta al mondo” aggiunge quindi il nuovo sindaco del capoluogo romagnolo, dove in campagna elettorale non c'è stato l'appoggio nei suoi confronti del M5S, che ha invece sostenuto un altro membro della ex giunta, Gloria Lisi, ottenendo appena il 2,4%. "Credo che questi risultati da prefisso telefonico si stiano ripetendo sempre di più -è quindi l'affondo-, non voglio dire che la cosa mi faccia piacere, ma evidentemente qualcosa da rivedere ce l'hanno anche loro”. Ad ogni modo, è comunque “opportuno cercare punti di condivisione per un percorso insieme". A proposito di no vax, vista la presenza nel neo-eletto parlamentino locale anche dell'aspirante sindaco del Movimento 3V, Matteo Angelini, Jamil Sadegholvaad si dice invece perplesso. E conclude: “Rispetto le persone che garbatamente nutrono dubbi, ma al tempo stesso tengo a sottolineare che qui si scherza con la salute, con la vita delle persone. Credo che non vaccinarsi sia un clamoroso errore”.

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