Ius scholae, per Meloni ora non è la priorità, ma nel 2014 era a favore
Mentre Forza Italia prova a mettere in difficoltà gli alleati di governo, rilanciando la riforma della cittadinanza basata sullo ius scholae – una riforma di cui si è ricominciato a parlare dopo i successi olimpici degli atleti azzurri, tra i quali ci sono molti italiani di seconda generazione – la premier Meloni frena e intanto prende tempo, per provare a spegnere il dibattito.
L'obiettivo della premier è quello di evitare una calendarizzazione di un'eventuale proposta di legge, e per farlo si guarda bene dal prendere posizione, dopo l'apertura di Forza Italia sullo ius scholae, legato alla frequentazione di cicli di studio nel nostro Paese da parte di bambini nati da genitori immigrati. Il pericolo per Meloni è quello di un asse Forza Italia-Pd, visto che gli azzurri stanno studiando la possibilità di concedere la cittadinanza italiana ai ragazzi di origine straniera (nati o arrivati in Italia da piccoli) dopo due cicli scolastici, quindi a 14 anni di età, oppure a 16 anni, alla conclusione del percorso della scuola dell'obbligo. L'apertura di Forza Italia è stata ben vista da Azione, Italia viva, 5 Stelle, e in parte anche dal Pd, sebbene i dem siano più affezionati alla versione più pura dello ‘ius soli‘ (ovvero chi nasce in Italia, è italiano).
Da Fratelli d'Italia, e in particolare dal capogruppo di FdI alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, arriva un appello all'unità rivolto agli alleati: "Le indiscrezioni mediatiche su questa o quella proposta da inserire nella prossima legge di Bilancio non hanno alcun senso, ma possono creare nei cittadini aspettative ingiustificate allo stato non passibili di valutazione. Quando sarà indicato il perimetro quantitativo, entro il quale la manovra per il 2025 potrà essere definita, allora si potrà pensare a quali iniziative, qualitativamente utili, si potranno assumere. Vale per la legge di bilancio, come per altro. Che l'opposizione provi a dividere la maggioranza è scontato, ma spetta a quest'ultima non farsi tirare per la giacca e realizzare, con serietà e pragmatismo, il programma che con il loro voto gli elettori hanno approvato, evitando di dividersi su temi che la sinistra oggi ritiene fondamentali, salvo averli accuratamente ignorati quando era maggioranza".
Ma se la Lega si è sempre mostrata contraria, e ritiene che la legge attuale – secondo cui bisogna aspettare il 18esimo anno di età per far partire le procedure – vada bene così, la posizione di Fratelli d'Italia e della leader Giorgia Meloni non è stata sempre così ostile. Un suo tweet del 2014 conteneva infatti un giudizio positivo sullo ius scholae: "No all'automatismo dello ius soli. Sì allo ius culturae per chi è fieramente di cultura italiana dopo aver finito la scuola dell'obbligo".
Il segretario di Più Europa Riccardo Magi replica a Foti e attacca Meloni, ricordandole le sue idee in tema di cittadinanza: "Ma quale giacchetta, ma quali giochetti per dividere la maggioranza: il capogruppo FdI Foti oggi sciorina tutta l'ipocrisia di Fratelli d'Italia sulla cittadinanza. Ricordo a Foti che proprio nel 2014 Giorgia Meloni si diceva favorevole a una modifica della legge sulla cittadinanza, riconoscendo l'urgenza di dare un futuro da italiani a tanti ragazzi e tante ragazze che in Italia sono nati, cresciuti e istruiti. Qui non si parla di dividere qualcosa ma di unire gli italiani. Foti lasci stare le dinamiche politiche agostane e si impegni, come promesso dalla sua leader Meloni, a dare una legge sulla cittadinanza civile e umana".