Italicum, via libera della Camera. Renzi: “Politica 1 – disfattismo 0”
Ore 11:25 – La Camera approva l'Italicum con 365 sì e 156 no (40 astenuti). Subito dopo la lettura del risultato da parte del Presidente Boldrini è scattata la protesta dei deputati contrari, che hanno agitato cartelli e libri della Costituzione. Soddisfazione da parte del Partito Democratico, con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, nel dare appuntamento alla conferenza stampa di oggi pomeriggio alle 17, ha manifestato tutta la sua soddisfazione per il risultato ottenuto alla Camera:
Ore 11:00 – Roberto Speranza, capogruppo del Pd spiega: "È una riforma che serve al Paese, che sblocca un percorso che serve a costruire un Paese più forte. Oggi riformare la democrazia è l'unico modo per salvarla. Oggi abbiamo un Governo che si assume la sfida del cambiamento, per provare ad immaginare un Paese diverso: noi non ci tiriamo indietro e con questo voto avviamo il treno delle riforme. L'impegno solenne di questo Parlamento è fare le riforme che l'Italia aspetta, non più solo parole ma fatti che ci consentano di dire agli italiani che la politica ce la può fare. Non si può salire sui tetti per difendere la Costituzione senza averla neanche letta; voi del Movimento 5 Stelle siete stati eletti per cambiare e non per conservare".
Ore 10:50 – Il no del Movimento 5 Stelle è affidato a Danilo Toninelli: "L'Italicum è una schifezza incostituzionale, figlia dell'arroganza di Renzi e Berlusconi. Bisognava ripartire da zero dopo la sentenza sul Porcellum, coinvolgendo anche la società civile, con un salto in avanti per uscire dal buio. Noi stiamo costruendo una proposta con 50mila cittadini, con un sublime esempio di democrazia diretta, mentre voi siete abituati a fare politica nei vostri salotti privati. Ma ormai nessuno vi crede più, nemmeno i vostri elettori". Nello specifico Toninelli spiega: "Con questa legge i cittadini valgono zero e sono lontanissimi da ogni possibilità, non tanto di incidere, ma anche di partecipare alla vita politica. E a scegliere i parlamentari saranno ancora le segreterie di partito, questa è la tirannia di una maggioranza parlamentare che non ha la maggioranza nel Paese, è un vero omicidio della democrazia". Ecco l'intervento:
Ore 10:40 – Per Forza Italia parla Massimo Parisi, che motiva il voto favorevole del suo gruppo: "Avremmo potuto fare scelte diverse, ma riconosciamo la bontà di un compromesso nella necessità di scrivere le regole con un percorso comune. Abbiamo ceduto su molti punti, come sulle soglie di sbarramento, proprio per poter arrivare ad un risultato e dimostrare che non siamo noi a non volere le riforme. Riforme che poi avevamo già fatto, quando fu la sinistra a bocciare il referendum confermativo". Il giudizio di Forza Italia è insomma ampiamente positivo: "Si afferma anche il principio della riduzione della frammentazione dei partiti e in tal senso abbiamo accettato anche il ballottaggio perché noi non abbiamo paura. Un leader lo abbiamo e siamo convinti delle nostre ragioni".
Ore 10:15 – Continuano le dichiarazioni di voto sull'Italicum, con le posizioni che restano sostanzialmente invariate rispetto a quelle di questi ultimi giorni. Dopo il no annunciato di Fratelli d'Italia e Lega Nord, è stato Renato Balduzzi a spiegare le tante perplessità di Scelta Civica (che non voterà a favore) su alcuni punti controversi del provvedimento: "Al Senato servono cambiamenti, l'Italicum deve necessariamente essere perfezionato". Per il Nuovo Centrodestra a parlare è invece l'ex ministro De Girolamo: "Il bicchiere è mezzo pieno grazie anche alle nostre proposte, che hanno modificato l'impianto originario della legge che sembrava una forzatura dei due maggiori partiti. Questo è invece un prodotto assai più equilibrato, anche se servono modifiche sostanziali al Senato. Serve inserire le preferenze per scegliere i parlamentari, con i cittadini che hanno il diritto / dovere di scegliere chi deve sedere in quest'Aula?". Il no secco di Sinistra Ecologia e Libertà è invece affidato a Gennaro Migliore: "È una legge elettorale senza parità di genere, che toglie poi anche la possibilità di scelta ai cittadini, visto che avete deciso di insistere sulle liste bloccate, respingendo anche la doppia preferenza di genere. È poi una legge elettorale che esclude milioni di cittadini, con uno sbarramento altissimo che serve solo a richiamare all'ordine i partitini e che c'è solo in Russia (al 7) e in Turchia (al 10)". Poi la protesta, con i deputati di Sel che hanno sventolato in Aula la Costituzione.
L'Italicum potrebbe superare in mattinata il primo importante scoglio, quello della Camera dei Deputati. Le dichiarazioni di voto inizieranno intorno alle 9 e 30, mentre il voto finale non prima delle 11: i deputati con ogni probabilità approveranno la nuova legge elettorale, anche se l'iter al Senato si annuncia già da ora estremamente travagliato vista la maggioranza di voti, sempre più risicata, sulla quale può contare il premier Matteo Renzi. L'intesa con Berlusconi per il momento regge: nella giornata di ieri sono stati respinti gli emendamenti più critici: quello sulla doppia preferenza di genere e quello sulle preferenze.
La nuova legge, dunque, mantiene le liste bloccate e per una maggioranza di 35 voti i deputati hanno bocciato le preferenze. Il passaggio sulle preferenze tuttavia non è stato indolore: bocciato con 299 no (contro 264 sì) lascia presagire una resa dei conti durissima soprattutto nel Partito Democratico, nel quale i mal di pancia si fanno di giorno in giorno più forti. Nella giornata di ieri, inoltre, i deputati hanno approvato le due "pietre angolari" dell'Italicum: l'emendamento sul premio di maggioranza al 15%, che scatta una volta raggiunta la soglia del 37%; e le soglie di sbarramento, stabilite nel 4,5% per i partiti coalizzati, all'8% per quelli non in coalizione e al 12% per le coalizioni. Via libera anche al ballottaggio tra le due coalizioni che ottengono il maggior numero di voti senza però riuscire a superare la soglia del 37%. Bocciate le primarie obbligatorie per scegliere i candidati.
Per Matteo Renzi il percorso verso l'approvazione finale potrebbe però essere minato. I mal di pancia nel PD sono tanti, al punto che il segretario ieri al Nazareno ha intimato: "Se qualcuno non vuole votare oggi lo deve spiegare bene fuori da qui. Vi chiedo, come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi". A replicare è stato Bersani stesso: "Al Senato dovrà essere cambiato qualcosa. Capisco gli accordi e che Berlusconi sia affezionato ad alcuni punti, ma dovrà farsene una ragione pure lui".