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Italicum: alla Camera regge l’asse Renzi – Berlusconi

Continua la discussione della legge elettorale alla Camera dei deputati: polemiche dell’opposizione su soglie di sbarramento e questione di genere. Decisivi i voti di Forza Italia per evitare la debacle del Governo sulle soglie di sbarramento.
A cura di Redazione
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Continua la discussione sull'Italicum alla Camera dei deputati, dopo l'accordo che di fatto ha cancellato l'articolo 2 della legge, lasciando al Senato il cosiddetto Consultellum, ovvero il Porcellum mutilato delle parti considerate incostituzionali dalla Consulta. Il provvedimento difficilmente verrà approvato nella giornata odierna, in considerazione dei tanti emendamenti presentati dai "piccoli partiti" e dal Movimento 5 Stelle, anche se per il momento la maggioranza (con il supporto di Forza Italia e senza l'appoggio di Scelta Civica e Popolari) sembra tenere. Tra le novità emerse dalla discussione di queste ore, oltre al già citato accantonamento dell'articolo 2 (ricordiamo che la discussione viene rimandata alla successiva revisione del Senato della Repubblica, con la trasformazione in camera di non eletti direttamente dai cittadini), vi è il via libera alle cosiddette candidature multiple, con la possibilità per i candidati di presentarsi in 8 collegi distinti.

Sono invece stati messi da parte (per il momento) sia l'emendamento "Salva Lega" (che avrebbe garantito seggi a quelle forze politiche che, pur non superando la soglia di sbarramento, avrebbero ottenuto una quota consistente, 8 – 10%, in almeno tre regioni) che la questione della parità di genere. Su quest'ultimo punto sono tante le perplessità, anche all'interno della maggioranza, ma sembra che a pesare sia il "veto" di Forza Italia.

Del resto, il sostegno del Cavaliere si è già rivelato fondamentale nella votazione di alcuni emendamenti, a cominciare da quelli sulle soglie di sbarramento (respinti per poche decine di voti). Ricordiamo che le soglie di sbarramento sono al centro di feroci polemiche parlamentari da parte dei "piccoli partiti", che contestano il limite del 4,5% per le forze in coalizione e quello dell'otto percento sulle liste singole. Respinto poi anche l'emendamento contro le liste civetta presentato dai centristi.

Non mancano poi le polemiche nei confronti di Laura Boldrini, con alcuni momenti di tensione con i deputati del Movimento 5 Stelle, critici sulla condotta della Presidente.

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