Italia Viva sta con Berlusconi e chiede accertamenti su sentenza Mediaset: ma Bonafede dice no
Italia Viva si schiera a difesa di Silvio Berlusconi sulla vicenda della sentenza Mediaset e chiede al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, di eseguire accertamenti sul processo che ha poi portato alla decadenza dell’ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia. Iv chiede attraverso un’interrogazione presentata al Senato di valutare questa vicenda giudiziaria dopo le registrazioni del magistrato Amedeo Franco, relatore di quella sentenza, che affermava che “Berlusconi deve essere condannato a priori”. Ma per Bonafede gli accertamenti non spettano al ministero della Giustizia, che si occupa dei magistrati attualmente in servizio, mentre Franco è deceduto.
L’interrogazione di Iv sul caso Berlusconi
Nell’interrogazione di Italia Viva si sottolinea che la sentenza Mediaset ha avuto una “valenza spiccatamente politica”, considerando che ha portato alla condanna di un leader politico che non si è quindi ricandidato alle successive elezioni politiche. Secondo Iv, questo caso rischia di rappresentare “un insostenibile vulnus allo svolgimento della vita democratica del Paese”. Posizione riaffermata in Aula dal capogruppo di Iv, Davide Faraone, che parla di “evidenti ricadute sul gioco democratico del Paese” e denuncia che quella vicenda giudiziaria rischia di essere una “cartina di tornasole della giustizia italiana: dobbiamo avere la certezza della giustizia”. E anche per questo Faraone ritiene che sia giusto che a presentare l’interrogazione non sia il partito di Berlusconi, ma uno diverso, ovvero Italia Viva.
Bonafede: accertamenti solo se necessario
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sembra però chiudere all’ipotesi di accertamenti da parte del ministero sul caso. Bonafede ricorda che il ministero “compie accertamenti che devono muovere da fatti specifici relativi esclusivamente ai magistrati attualmente in servizio”. Una condizione che escluderebbe, quindi, Franco, che è deceduto di recente. Bonafede sottolinea però: “Laddove dovessero emergere profili di questo tipo, nella cornice degli accertamenti che svolge il ministero, gli uffici effettueranno tutte le valutazioni del caso”.
Faraone rilancia: ipotesi commissione parlamentare
La risposta del ministro della Giustizia non soddisfa Faraone, che accusa Bonafede di aver assunto in passato, per situazioni simili, un atteggiamento “ben diverso”. Il capogruppo di Iv spiega che inizialmente si era detto contrario all’idea di una commissione parlamentare d’inchiesta sul caso perché riteneva sufficiente un intervento del ministero per accertare quanto avvenuto sul caso della sentenza Mediaset. Faraone conclude: “Se il ministero della Giustizia decidesse di non fare nulla, di non svolgere alcuna azione, diventerebbe poi inevitabile l’azione parlamentare, quindi valuteremo anche questa opportunità”.