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L’Italia è il terzo paese più corrotto in Europa: ci sono buone leggi, ma poco applicate

L’Italia, nonostante un leggero miglioramento negli ultimi quattro anni, rimane in coda in Europa (peggio di noi solo Grecia e Bulgaria) per il grado di corruzione. Secondo un report di Transparency International in Italia “ci sono buone leggi, ma non vengono applicate” come si dovrebbe.
A cura di Stefano Rizzuti
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I casi di corruzione nel 2017 in Italia nella mappa realizzata da Transparency International
I casi di corruzione nel 2017 in Italia nella mappa realizzata da Transparency International

L’Italia è ancora il paese della corruzione: questo è il dato che emerge dal report di Transparency International Italia sulla percezione della corruzione nel nostro paese. Secondo l’Indice di percezione della corruzione presentato oggi, l’Italia si trova al 66esimo posto su 176, ma il dato più allarmante è che in Europa solo Grecia e Bulgaria fanno peggio. Il “voto” dell’Italia è 47 punti su 100. Una cifra in linea con quella di paesi come Cina e Brasile e ben distante dai paesi del nord Europa e dell’Europa continentale che fanno segnare punteggi superiori agli 80.

Non bastano le leggi italiane giudicate positivamente dal report a contrastare i fenomeni corruttivi: la situazione “è tutt’altro che rosea, l’Italia sconta una reputazione negativa per ciò che riguarda la capacità di contrasto della corruzione, nonostante i tanti sforzi e risultati legislativi degli ultimi quattro anni”. Dal 2012, l’Italia ha guadagnato 12 posizioni in questa graduatoria. Ma quello italiano è comunque “un risultato non lusinghiero”, nonostante un leggero miglioramento nel punteggio, passato da 42 a 47.

Dall’inizio dell’anno, secondo il report, in Italia sono stati più di 560 i casi di corruzione riportati dai media. Nel documento si sottolinea come da febbraio siano state approvate tre norme in materia: il decreto sulla corruzione tra privati, l’antiriciclaggio e il codice degli appalti. Ma, pur giudicando l’apparato normativo italiano sufficiente (62 punti su 100), si ritiene la sua applicazione e le sanzioni previste ben al di sotto della sufficienza, con 45 punti su 100.

Secondo il report, l’Italia soffre di due lacune principali in tema di corruzione. La prima riguarda la mancanza di tutele per chi segnala i casi di corruzione: con un punteggio di 25 su 100 si ritiene quindi che si debba fare molto di più sul cosiddetto whistleblowing, nonostante “qualcosa si stia muovendo”. Altrettanto critico è il giudizio sull’assenza di una regolamentazione delle attività di lobbying (29 su 100), campo in cui “siamo ancora molto lontani da una qualsivoglia regolamentazione”.

Inoltre, anche nella percezione dell’opinione pubblica la situazione è catastrofica: solo il 4% degli italiani ha l’impressione che la corruzione si sia ridotta negli ultimi quattro anni. Transparency ha inoltre sottolineato alcuni aspetti prioritari attraverso l’agenda anticorruzione nella quale chiede una legge sul whistleblowing, una regolamentazione del lobbying, un rafforzamento dei presidi anticorruzione negli enti pubblici, una semplificazione delle leggi per evitare abusi e maggiori investimenti sull’educazione civica dei giovani con l’obiettivo di formare “una società più informata, consapevole e attiva”.

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