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Italia, Malta, Cipro e Grecia chiedono solidarietà sui migranti. Salvini: “Bruxelles batta un colpo”

Italia, Malta, Cipro e Grecia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo maggiore solidarietà al resto dell’Unione europea per la gestione dei flussi migratori. Salvini: “Visto che tutti si riempiono la bocca della parola solidarietà europea, vediamo di applicarla. L’Europa batta un colpo”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Conto che l'Europa faccia la sua parte", ha detto Matteo Salvini, che intercettato dai giornalisti fiera di Milano è intervenuto sullo scontro con la Francia e sulle politiche migratorie del governo. E proprio mentre il ministro delle Infrastrutture chiedeva che Bruxelles battesse un colpo, Italia, Malta, Cipro e Grecia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo maggiore solidarietà al resto dell'Unione europea.

Ai giornalisti che gli chiedevano se fossero stati i suoi commenti e i suoi tweet a fare innervosire Parigi, Salvini si è limitato a rispondere: "Sono orgoglioso di quello che sta facendo il governo da tutti i punti di vista. Sono in totale sintonia con quello che il premier Meloni e il ministro Piantedosi stanno portando avanti".

Cosa ha detto Salvini sulla crisi con la Francia

E alla domanda su come uscire dalla crisi con Parigi, ha replicato: "Con il buonsenso. Se pensano di farci litigare hanno sbagliato a capire. Mi dispiace che l'opposizione tifi contro l'Italia". Il ministro delle Infrastrutture quindi ha aggiunto: "Visto che tutti si riempiono la bocca della parola solidarietà europea, vediamo di applicarla. Ormai l'hanno detto anche il Papa e Mattarella, l'Europa batta un colpo. Se nel corso di quest'anno fra le decine di migliaia, ormai siamo quasi a 90 mila, di immigrati arrivati in Italia la famosa solidarietà europea ne ha collocati 117 negli altri paesi, dove sta?. Non può essere tutto sulle spalle di Italia, Spagna, Grecia o di Malta e Cipro. L'Europa è tutta Europa".

La dichiarazione congiunta di Italia, Malta, Cipro, Grecia

Proprio oggi i ministri dell'Interno di Italia, Malta e Cipro e del ministro della migrazione e dell’asilo della Grecia hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per chiedere agli altri Paesi europei solidarietà, affermando che il meccanismo di ricollocamento non ha funzionato nel sollevare i Paesi costieri dalla responsabilità della prima accoglienza.

"Ci troviamo a sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell'UE. Abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri", si legge nella dichiarazione.

Secondo questi Paesi il meccanismo di ricollocamento temporaneo e volontario approvato quest'anno non starebbe funzionando: "Il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno. Inoltre, a tutt’oggi il meccanismo si è dimostrato lento nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato di alleviare quell’onere a cui tutti noi, come Stati membri di prima linea, siamo costantemente esposti, in quanto finora solo un esiguo numero di relocation è stato effettuato".

Secondo questi quattro Paesi tutto ciò sarebbe "ncrescioso e deludente, soprattutto in questo momento in cui i nostri Paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza". Per questa ragione, "in attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l'idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti".

La stoccata alle Ong e l'appello agli altri Paesi Ue

Nella dichiarazione non manca la stoccata alle navi delle Ong: "Ribadiamo la nostra posizione sul fatto che il modus operandi di queste navi private non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue, che dovrebbe essere rispettata. Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera".

Quindi, in conclusione, l'appello per un tavolo di coordinamento: "Nel pieno rispetto delle competenze degli Stati costieri in conformità con il diritto internazionale, riteniamo urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio queste operazioni nel Mediterraneo, anche garantendo che tutte queste navi private rispettino le pertinenti convenzioni internazionali e le altre norme applicabili, e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali. Chiediamo alla Commissione Europea e alla Presidenza di adottare le misure necessarie per avviare tale discussione".

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