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Istat: “Per gli italiani meno criminalità ma più sfiducia nelle forze dell’ordine”

L’Istat nel suo rapporto sulla percezione della sicurezza per il 2015-2016 ha rilevato che: diminuisce la paura di scippi, rapine, violenze sessuali e l’influenza della criminalità; cresce la sfiducia nelle forze dell’ordine e resta forte la paura dei furti in casa. L’insicurezza percepita è maggiore per le donne.
A cura di Giorgio Tabani
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 La percezione di insicurezza degli italiani rimane stabile ma cala l'influenza della criminalità sulle abitudini di vita, che incide per il 38,2% degli intervistati (rispetto al 48,5% della precedente rilevazione). Sono questi i dati che emergono dal rapporto "Sicurezza dei cittadini", elaborato dall'Istat  per gli anni 2015 e 2016 su un campione di 50.351 individui di 14 anni e oltre con l'obiettivo di ricostruire il quadro della percezione della sicurezza delle persone nei propri ambienti di vita, soprattutto in casa e per strada. Le preoccupazioni e la paura – ricorda l'Istituto di statistica – possono incidere sulla qualità della vita di una persona perché ne limitano la libertà e i comportamenti. Non sono semplicemente i livelli di criminalità ad avere un ruolo bensì la percezione "del rischio di subire un reato e il timore delle conseguenze anche gravi per sé e per i propri cari".

Tra il 2008-2009 e il 2015-2016 c'è stata una diminuzione nella percezione della criminalità. I dati del dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno confermano l'impressione degli italiani: nel 2016 i reati sono diminuiti del 7,4% rispetto all'anno precedente, stesso trend che si era osservato nei due anni precedenti; una diminuzione generalizzata di quasi tutte le tipologie di illeciti, in particolare i furti in abitazione (-9%). Secono l'Istat, il 41,9% degli italiani teme di subire uno scippo (-6,3% dal 2008-2009), il 40,5% un'aggressione o una rapina (-7,1%), il 37% il furto dell'auto (-6,7%), mentre il 28,7% (-14%) ha paura per sé o per i propri casi di poter essere oggetto di una violenza sessuale. L'unico dato stabile è quello sul furto in abitazione: il 60,2% si ritiene preoccupato molto o abbastanza. Il 33,9% dei cittadini pensa però di vivere in una zona a rischio di criminalità, in aumento rispetto al passato (+11,9%). Il 23,4% è stato testimone di atti di vandalismo, di consumo (12,5%) o spaccio (8,8%) di droga, mentre il 9% ha visto prostitute in attesa di clienti.

Molto negativa l'opinione sulla capacità di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine: per il 46,4% dei cittadini la valutazione sul loro operato è negativa (-38,4% dalla precedente rilevazione). Dati più positivi sono quelli che esprimono gli abitanti dei centri più piccoli. Secondo gli italiani, le forze dell'ordine dovrebbero essere più spesso in strada (55,5%), in numero maggiore (44,2%) o più presenti sul territorio (26,6%), e in particolare nelle zone a rischio (20,5%) e di notte (20,3%).

Per difendersi, il 28% degli intervistati evita alcuni posti o persone quando esce di sera; quasi i due terzi delle famiglie (72,1%) possiedono un sistema di sicurezza per l'abitazione e il 55,7% fa uso di altri espedienti (come lasciare le luci accese quando non c'è o chiedere ai vicini di controllare). Tra le zone che più presentano un'alta percezione di insicurezza emerge il Centro Italia e al suo interno il Lazio in particolare; tra le regioni invece i dati più importanti si registrano in Lombardia, seguita da Campania e Puglia.

L'indagine ha rilevato come gli aspetti che più influenzano la percezione di insicurezza sono il genere, l’età e il titolo di studio. Le donne hanno paura di uscire sole di sera e quindi, o evitano proprio di farlo (36,6% contro solo il 19,3% degli uomini), o pur uscendo non si sentono sicure (35,3% contro l'8,5% degli uomini). Inoltre ben il 46,2% delle donne (rispetto al 19,3% degli uomini) sente l'influenza della paura della criminalità sulla propria vita.

La percezione di insicurezza aumenta con l’età: è più forte per gli adulti, in particolare per le anziane fino ai 75 anni di età. Oltre quell'età in più di un caso su due (il 58,9% delle anziane con più di 75 anni) non si esce mai da soli o non si esce proprio mai, mentre lo stesso accade solo per un anziano su quattro (il 26,9% di chi ha più di 75 anni). Di questi però solo il 2,5% afferma di non uscire di sera per paura della criminalità. Il picco di insicurezza si registra per le ragazze dai 14 ai 24 anni, con una diminuzione nelle fasce d'età dai 25 ai 34 e dai 35 ai 44 anni, con un lieve aumento in seguito. Più lineare rispetto all'età l'aumento di insicurezza per gli uomini. Coloro che risentono meno di tutti gli altri della criminalità sono i giovanissimi (26,5% di chi ha meno di 24 anni). Più il titolo di studio risulta elevato, più aumenta la percezione di sicurezza, diminuendo la paura della criminalità e della sua influenza sulla propria vita.

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