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Istat, la disoccupazione aumenta: è oltre il 10%

L’ultimo rapporto presentato dall’Istat in tema di occupazione e disoccupazione segnala una diminuzione dell’occupazione generale dello 0,2%, fissandola al 58,8%. Insieme a questo, è aumentata la disoccupazione che secondo i dati è pari al 10,1%. Allo stesso tempo però, sono diminuiti gli inattivi, ovvero coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano nemmeno.
A cura di Chiara Caraboni
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L’Italia, a settembre 2018, conta 23.308.000 lavoratori e un tasso di occupazione, secondo i dati forniti dall’Istat, pari al 58,8%. Un dato leggermente in calo rispetto a quello di agosto 2018, che vedeva l’occupazione italiana al 59%, una differenza di circa 34 mila unità. Considerando la fascia di età giovanile invece, tra i 15 e i 24 anni, il dato di agosto non è cambiato ed è rimasto stabile al 17,3%. Contestualmente, è cresciuto il tasso di disoccupazione generale al 10,1% e anche quello giovanile ha segnato lo 0,2% in più e ora, secondo le statistiche, è al 31,6%. Questi dati sono influenzati anche dal calo dell’esercito degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un’occupazione e non la cercano, che risultano essere 43 mila unità in meno questo mese. Il gruppo di inattivi quindi è il 34,5%, lo 0,1% in meno, e coinvolge uomini e donne dai 15 ai 64 anni. Di conseguenza, diminuendo il numero degli attivi, aumenta il numero delle persone segnalate senza lavoro, ma in cerca di un impiego. In questo modo si potrebbe spiegare la crescita del 3,2% di coloro che sono in cerca di un impiego, circa 81 mila unità.

Guardando il quadro generale, l’Istat spiega: “L’andamento discontinuo dell’occupazione negli ultimi mesi determina nel terzo trimestre una sostanziale stabilità rispetto al trimestre precedente. Tale stabilità è sintesi di un aumento tra gli uomini e un calo tra le donne. Riguardo all’età si registra una diminuzione degli occupati tra i 15 e i 49 anni a cui si contrappone l’aumento tra gli ultracinquantenni. Nel trimestre crescono in misura intensa i lavoratori a termine (+3,2%), mentre calano sia i dipendenti permanenti (-85 mila) sia gli indipendenti (-23 mila). Nell’arco del trimestre alla sostanziale stabilità degli occupati si accompagna un forte calo dei disoccupati (-6,5%, pari a -180 mila) e un aumento degli inattivi (+1,0%, +126 mila)”.

I dati inoltre segnalano spinte opposte in tema di contratti: la diminuzione degli occupati si delinea soprattutto per la riduzione dei dipendenti permanenti, ma manca un riequilibrio con i lavoratori a termine, ovvero quelli in possesso di contratti a tempo determinato. Volendo parlare con i numeri, i dipendenti permanenti a settembre 2018 sono 77mila in meno, e quelli a termine sono aumentati ma solamente di 27mila unità.

Se si considera la base annua invece, nel settembre 2018 bisogna segnalare una crescita dell’occupazione di 207mila unità, quindi lo 0,9% in più rispetto a settembre 2017, con una espansione che coinvolge entrambi i sessi e che vede interessare soprattutto i lavoratori con contratto a tempo determinato, che sono 368mila in più, in contrasto con 184mila unità on meno di lavoratori permanenti. In generale, sebbene siano aumentati soprattutto gli occupati ultracinquantenni, si può dire, secondo l’Istat, che l’occupazione rispetto al 2017 ha segno positivo in tutte le classi di età.

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