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Istat, il potere d’acquisto delle famiglie scende del 3,7%: l’aumento dei prezzi aiuta le imprese

Il potere delle famiglie è sceso del 3,7% a fine 2022. Lo rileva Istat: il reddito è cresciuto leggermente, ma i prezzi molto di più. A beneficiarne sono state in parte le imprese: la loro quota di profitto è cresciuta dell’1,9%.
A cura di Luca Pons
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Secondo gli ultimi dati Istat, relativi all'ultimo trimestre del 2022, il potere d'acquisto delle famiglie è sceso in modo deciso: -3,7% rispetto ai tre mesi precedenti. Il loro reddito, infatti, è aumentato leggermente (+0,8% rispetto al periodo luglio-settembre 2022), e sono cresciuti anche i consumi (+3%), ma la crescita dei prezzi è stata molto più alta: +4,7% sul trimestre precedente.

Insomma, il livello dei salari e in generale del reddito è aumentato solo in modo marginale, e non ha potuto tenere il passo con l'inflazione che ha spinto i prezzi a salire ancora. Si parla del periodo ottobre-dicembre 2022, quando l'inflazione aveva raggiunto un picco: da allora l'aumento dei prezzi è rallentato, ma non per tutti i settori.

Infatti, il "carrello della spesa" tipico – che contiene alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona – ha continuato a vedere un ritmo dei prezzi decisamente alto, e la situazione potrebbe non cambiare ancora per diverso tempo. Sono svantaggiate soprattutto le famiglie con un reddito più basso, che al calare del potere d'acquisto vedono avvicinarsi la possibilità di non riuscire a soddisfare i loro bisogni essenziali.

Una delle conseguenze del calo del potere d'acquisto, secondo quanto registrato dall'Istat, è anche la diminuzione della propensione al risparmio. È scesa al 5,3% a fine 2022. Ciò significa che le famiglie in media hanno potuto mettere meno soldi da parte e ne hanno dovuti usare di più per i propri consumi, come ad esempio la spesa e i servizi essenziali.

Questa era la situazione di alcuni mesi fa, e potrebbe essere collegata agli ultimi dati sul commercio al dettaglio: a febbraio 2023, sempre secondo l'Istat, le vendite sono calate rispetto al mese precedente, sia per gli alimentari che per gli altri tipi di prodotti. Rispetto a un anno prima, invece, il dato è significativo: gli acquisti al dettaglio sono aumentati in valore (+7,9%) ma calati in volume (-4,9%). Ovvero, le famiglie in media hanno speso di più per comprare di meno. L'aumento dei prezzi, infatti, ha fatto sì che i consumi siano scesi ma la spesa sia aumentata.

Al contrario, l'Istituto di statistica ha registrato dei dati positivi per le imprese. A fine 2022, mentre il potere d'acquisto delle famiglie scendeva e i prezzi aumentavano, le società non finanziarie hanno avuto in media un aumento della quota di profitto dell'1,9% rispetto ai tre mesi precedenti. In questo caso, l'inflazione è stato un elemento positivo: ha portato ad aumentare i guadagni ancora più di quanto siano aumentati i costi di produzione, in media.

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