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Istat, ad aprile i prezzi riprendono a salire in fretta: confermato aumento dell’inflazione all’8,2%

Il tasso di inflazione sale all’8,3% su base annua nel mese di aprile 2023. Lo segnala l’Istat: è un nuovo aumento nella velocità dei prezzi, dopo che per mesi di fila l’inflazione era scesa. Il carrello della spesa rallenta leggermente.
A cura di Luca Pons
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Ad aprile "si interrompe la fase di rientro dell'inflazione". A dirlo è l'Istat, che ha presentato i dati definitivi sull'inflazione di aprile. L'indice nazionale dei prezzi al consumo, infatti, ha fatto registrare ad aprile 2023 un aumento dei prezzi dello 0,4% rispetto a marzo 2023, ma soprattutto un +8,2% rispetto all'aprile 2022. A marzo, il dato annuale era stato al 7,6%, e nei mesi precedenti l'inflazione era sempre scesa.

Poche settimane fa l'Istat aveva già fatto una stima per l'inflazione di aprile, che era leggermente superiore (8,3%). Nella versione definitiva l'accelerazione dei prezzi risulta di poco più bassa, ma la sostanza non cambia: mentre in tutto il 2023 il costo della vita aveva sempre rallentato, nel mese di aprile hanno ricominciato a salire più in fretta. Il calo è stato dovuto anche alla stretta della Banca centrale europea, che dalla metà dell'anno scorso ha iniziato ad aumentare i tassi d'interesse, facendo salire le rate dei mutui a tasso variabile ma facendo rallentare, negli scorsi mesi, l'andamento dell'inflazione.

A causare questa nuova accelerazione sono soprattutto i prezzi dei beni energetici non regolamentati, con un +26,6% rispetto all'anno precedente (erano a +18,9% a marzo). In generale, salgono le voci contenute nelle bollette: per "abitazione, acqua, combustibili, elettricità" l'aumento è del 16,9%.

Continuano ad aumentare rapidamente i prezzi degli alimentari: +12,1%, come risultato della media tra alimentari lavorati (14%) e alimentari non lavorati (8,4%). Si tratta comunque di dati più bassi rispetto a marzo. Complessivamente il carrello della spesa – che riunisce alimentari, prodotti per la cura della casa e della persona – scende, ma l'inflazione resta comunque sopra la media: 11,6%. È sotto la media, invece, l'andamento dei prezzi dei trasporti (+5,1% rispetto a un anno prima) e dell'abbigliamento (+3,3%).

Dato positivo, anche se di poco, per l'inflazione di fondo. Questa non tiene conto dei prodotti alimentari e neanche del prezzo dell'energia, due categorie in cui spesso l'inflazione può cambiare molto rapidamente. Il dato sull'inflazione di fondo scende dal 6,3% al 6,2%. Questo può indicare che nonostante ad aprile i prezzi siano accelerati decisamente, non si tratta per forza di un aumento strutturale. Infatti, è legato soprattutto ai prezzi dell'energia, che possono avere un periodo di crescita e poi rapidamente scendere di nuovo.

Non consola, per la situazione italiana, il confronto con gli altri maggiori Paesi dell'Unione europea. L'aumento del costo della vita, calcolato con i criteri comuni a tutta l'Ue, risulta essere dell'8,8%. Al confronto, le altre principali economie europee si trovano tutte più in basse: la Germania si avvicina con il 7,6%, mentre la Francia è al 6,9% e la Spagna addirittua al 3,8%.

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