Iss contro aperture di Natale: “Rischio ancora alto, non allentare le misure per combattere Covid”
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Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, rivolge un appello agli italiani ma anche alla politica, chiedendo di evitare in ogni modo assembramenti, occasioni di incontro e aggregazioni di ogni tipo. Durante la conferenza stampa organizzata per illustrare i dati dell’ultimo monitoraggio settimanale dell’Iss, Brusaferro lancia l’allarme sui contagi da Covid-19, pur sottolineando che i contagi sono in decrescita e la situazione è in miglioramento: “Sta avvenendo più o meno in tutto il Paese, in maniera significativa, grazie alle misure e agli impianti di monitoraggio messi in atto. Questo non vuol dire che dobbiamo rallentare le misure, che dobbiamo rilassarci, perché il sovraccarico è ancora alto in moltissime Regioni. È vero che la curva si sta appiattendo, ma è ancora significativa ed è significativo il numero di nuovi casi quotidiani. Dieci Regioni sono ancora a rischio alto e di queste 9 sono a rischio alto da più di tre settimane, quindi sono al massimo sforzo per lungo tempo e dobbiamo fare in modo che rapidamente decrescano. Bisogna continuare a ridurre drasticamente le interazioni fisiche tra le perone, bisogna evitare tutte le occasioni di aggregazioni, limitare al massimo anche nelle abitazioni le persone che si ritrovano e fare in modo che la distanza interpersonale, l’uso delle mascherine e l’igienizzazione delle mani le dobbiamo adottare in maniera automatica, non devono essere oggetto di discussione. Bisogna rispettare l’isolamento e la quarantena”.
Iss: a Natale no a spostamenti tra Regioni
Sugli spostamenti in vista del Natale, Brusaferro sembra essere contrario a ogni possibile movimento tra diversi territori: “Ci sono competenze che vanno rispettate. Ci troviamo ancora in una fase con incidenza molto elevata e diffusa in molte Regioni. Credo che le prossime settimane sono molto critiche rispetto alla nostra capacità di rispettare i distanziamenti ed evitare le aggregazioni. Se non lo facciamo, il rischio è quello che questi numeri che ora vediamo deflettersi ripartono. Credo che dovremmo immaginare un Natale che ha una sua unicità e quindi un Natale dove gli affetti, la vicinanza, la condivisione, dovremmo viverli in una dimensione Covid. Credo sia tempo di pensarci e anche di abbassare la curva e credo che questa considerazione debba avvenire una volta che abbiamo ridotto questi numeri. Con questi numeri è difficile immaginare ogni tipo di spostamento di massa, così come è impossibile immaginare forme di aggregazione, soprattutto di persone che vengono da contesti molti diversi”. Brusaferro avverte anche sul tema degli impianti sciistici, che potrebbero essere aperti all'estero: "Il punto essenziale è che movimenti che portino verso luoghi dove ci si aggrega, che tu lo faccia in Italia o all’estero non cambia. Vanno evitati e scoraggiati. Credo ci siano già dei tavoli operativi a livello europeo e istituzionale per trovare delle misure che possano ridurre la probabilità che questi eventi si manifestino".
Brusaferro: comincia decrescita casi Covid
Brusaferro sottolinea che si registra una decrescita “un po’ in tutta l’Europa: il colore rosso comincia ad attenuarsi, anche in Italia”. Sulla curva sottolinea: “Comincia una decrescita sia per quanto riguarda i sintomatici che i positivi. Questa si traduce in maniera più puntuale con la situazione italiana che è un po’ a metà: ci sono delle regioni dove il confronto tra le incidenze calcolate in due periodi (su 15 giorni) mostrano una decrescita e ci sono alcune Regioni che mostrano una crescita. Oggi l’incidenza con i valori a 14 giorni e a 7 giorni. In una fase di de-escalation, come questa, in cui ci aspettiamo una riduzione dei casi, abbiamo ancora un’incidenza piuttosto elevata a 7 giorni con 321 casi ogni 100mila abitanti e di 700 e più casi nei 14 giorni. Questi sono valori in decrescita, ma la realtà italiana è molto diversificata: in alcune realtà si superano i 600, in altre è a due cifre, che è il nostro obiettivo”.
I dati su ricoveri e terapie intensive
Brusaferro parla anche della situazione degli ospedali e delle terapie intensive: “Sulle curve di occupazione dei posti letto di area medica e terapie intensive, anche in questo caso la curva inizia ad andare verso l’appiattimento. Un dato importante, perché il primo segnale di inversione è l’Rt, poi viene seguito dai casi sintomatici e incidenti, il terzo segnale è l’occupazione dei posti letto negli ospedali e l’ultimo è quello dei decessi”. Per quanto riguarda la capacità di risposta del paese prosegue: “Per la proiezione a 30 giorni di probabilità di saturazione di posti letto e terapie intensive, quasi tutte le Regioni hanno messo in campo risorse, organizzazioni, tali che oggi possiamo vedere come la probabilità di completa saturazione è in fase di saturazione. Questo è un segnale positivo”. Sulle terapie intensive il presidente dell’Iss aggiunge: “In maggioranza sono uomini ricoverati e l’età è molto elevata ed è un dato che rimane costante. Costante anche l’età media delle persone che decedono, che supera gli 80 anni, per lo più persone già portatrici di tre o più patologie nella maggioranza dei casi, quindi persone fragili”.
L’età mediana dei contagiati è di 48 anni, spiega ancora Brusaferro, il che vuol dire – essendo in crescita – che “le persone più anziane contraggono l’infezione”. Sempre sui casi di persone positive, il presidente dell’Iss aggiunge: “Gli asintomatici o con pochi sintomi sono la maggioranza delle persone, la sintomatologia lieve è molto importante e la parte severa o critica rimane sempre abbastanza costante, altro segnale molto positivo”.