Isreale-Hamas, Tajani dice che il presidente Herzog è aperto alla nascita dello Stato palestinese
Il presidente di Isreale Isaac Herzog lo aveva detto al World Economic Forum di Davos: c'è la volontà da parte degli israeliani di coabitare con i palestinesi, purché ci siano garanzie per la sicurezza. "Guardando in prospettiva al futuro dobbiamo certamente lavorare per trovare nuovi modi per avere un dialogo con i nostri vicini, ma la domanda fondamentale dopo il 7 ottobre è quali garanzie di sicurezza ci saranno per i cittadini israeliani. Quando parliamo di due Stati, la domanda preliminare è: ‘Quale sicurezza per i cittadini israeliani?'". Non una chiusura quindi alla soluzione ‘Due popoli, due Stati', Israele e Palestina.
Poi è arrivata la bocciatura da parte del primo ministro Netanyahu, che lanciando un messaggio agli Stati Uniti si è detto contrario alla creazione di uno Stato palestinese come parte di qualsiasi accordo postbellico, sottolineando che il Paese punta ad assicurarsi il controllo dell'intera Striscia di Gaza. La posizione di Washington è nota: gli Usa sostengono da sempre la soluzione di ‘due popoli, due Stati', per cui il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby ha ribadito che gli Stati Uniti continueranno a lavorare in Medio Oriente in quella direzione.
Se Netanyahu non sembra disposto a vagliare questa soluzione, il ministro degli Esteri Tajani intravede in Herzog una possibile sponda. "È come la goccia che scava la roccia, bisognerà lavorare duro per convincere le parti, ma i due popoli e due Stati sono l'unica soluzione per la pace", ha detto il ministro in un'intervista a La Stampa, alla vigilia del Consiglio Affari esteri dell'Unione europea, previsto per domani a Bruxelles.
Tajani ha ribadito che "continuiamo a lavorare" per quella che considera l'"unica opzione per la stabilità". "Non è un compito facile. Netanyahu non vuole, Hamas non vuole. Il presidente israeliano Herzog mi è sembrato più disponibile a far nascere uno Stato palestinese. Con un interregno vigilato dall'Onu, sotto la guida di un Paese arabo", ha detto, ripetendo che "l'Italia è disponibile eventualmente a mandare dei soldati".
Di questo parlerà "mercoledì e giovedì, nella visita in Libano, Israele e Palestina". Secondo il leader azzurro Herzog è "una persona di buona volontà e ha una visione più pacifica, aperta ad alcuni spiragli per procedere". Il titolare della Farnesina ha indicato la road map per la de-escalation: "Hamas deve liberare gli ostaggi", ha detto.
"L'organizzazione militare fuori da Gaza, perché è un impedimento per la pace" e "finché l'ala militare non sarà sconfitta, non sarà possibile mediazione", ha detto, aggiungendo che Israele "deve accettare lo Stato palestinese" e "l'Anp deve essere rafforzata". Il ministro ha ribadito che "finché c'è la guerra, non vendiamo armi a Israele".
Tajani ha anche parlato di un'Ue "debole". "Non possiamo avere politica estera europea, finché non avremo una difesa comune. Dovremmo cominciare a riflettere seriamente sul voto a maggioranza, che rimpiazzi l'unanimità, su un'organizzazione dell'Unione diversa". E sul Mar Rosso ha confermato che l'Italia è "pronta a sostituire una nave della missione Atalanta, che già opera in quelle acque da anni, e distaccarla per fare da scudo ai commerci contro gli attacchi degli Houthi". La missione, composta da "quattro, cinque navi in tutto, "farà una protezione attiva delle navi mercantili, con sistemi anti-drone e anti-missile".