Israele, Mattarella: “Il 7 ottobre replica della Shoah, ma cresce l’angoscia per i civili palestinesi”
"La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana". Sergio Mattarella sceglie le parole di Primo Levi per cominciare il suo discorso in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria al Quirinale. "Il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione, commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, e venivano proclamati e largamente praticati – continua il Presidente della Repubblica – Il senso di incredulità registrato di fronte a quanto accaduto in quegli anni sventurati, accanto al pudore dei sopravvissuti, rinchiusisi, in un primo momento, nel silenzio, traeva la sua origine anche da una concezione ottimistica della Storia e della natura dell’uomo".
"Auschwitz spalancava i suoi cancelli su un abisso oltre ogni immaginazione – ricorda il Capo dello Stato – Un orrore assoluto, senza precedenti, cui null’altro può essere parificato, ideato e realizzato in nome di ideologie fondate sul mito della razza, dell’odio, del fanatismo, della prevaricazione. Un orrore che sembrava inconcepibile tanto era lontano dai sentimenti che normalmente si attribuiscono al genere umano". E sottolinea: "Eppure le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, virus che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa".
Mattarella cita poi i "giusti", che "come tante piccole fiammelle" hanno indicato "una strada diversa dall'odio e dall'oppressione". Il Presidente della Repubblica parla dei tanti che hanno protetto gli ebrei dallo sterminio nazista: "Di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove".
Tutto questo, però, non deve far dimenticare cosa è stata la storia: "Il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo, in un clima di complessiva indifferenza, le ignobili leggi razziste – ricorda Mattarella – il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio, e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio". Il Presidente della Repubblica sottolinea anche il ritorno di "pericolose fattispecie di antisemitismo" e ricorda che "la presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica".
Mattarella richiama anche l'attenzione sull'odio e il terrore che "sembrano di nuovo affascinare e attrarre". E invita alla riflessione: "Indagando le motivazioni che spingono numerose persone a coltivare in modo inaccettabile simboli e tradizioni di ideologie nefaste e minacciose, che hanno portato all’umanità soltanto dolore, distruzione, morte". Contro tutto questo, la medicina è la cultura.
Poi il Capo dello Stato arriva ai fatti più recenti: "Assistiamo, nel mondo, a un ritorno di antisemitismo che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini, persino neonati. Immagine di una raccapricciante replica degli orrori della Shoah". Il sogno di una pace, però, "appare lontano", forse "come non mai in tempi recenti", ma "rimane l’orizzonte di un riscatto di questa parte del mondo, e non soltanto di questa".
"Guardiamo a Israele come Paese a noi vicino e pienamente amico, oggi e in futuro, per condivisione di storia e di valori. Siamo e saremo sempre impegnati per la sua sicurezza. Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza – sottolinea Mattarella – Anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio. Può accrescere gli ostacoli per il raggiungimento di una soluzione capace di assicurare pace e prosperità in quella regione, così centrale nella storia dell’umanità e così martoriata".
"Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato – dice ancora il Presidente della Repubblica – Ci ostiniamo a rimanere fiduciosi nel futuro dell’umanità. Nella convinzione profonda che un futuro intriso di intolleranza, di guerra e di violenza, non sia il desiderio iscritto nelle coscienze delle donne e degli uomini".