Israele, il ministro Tajani: “Chi non vuole due popoli e due Stati giustifica l’adesione a Hamas”
"La soluzione politica è quella di due popoli e due Stati, lo diciamo in maniera molto chiara a tutti". Ancora una volta, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione dell'Italia e degli altri Paesi appartenenti al G7, chiedendo anche che il conflitto venga sospeso e sottolineando che se la risposta di Israele non è "proporzionata" allora "non è più condivisibile". Lo ha fatto alla Conferenza sulla sicurezza che si sta svolgendo a Monaco di Baviera, intervenendo in conferenza stampa dopo la riunione informale dei ministri degli Esteri del G7.
Tajani ha detto che la soluzione dei due popoli e due Stati serve a garantire "l'indipendenza e la sicurezza di Israele, ma anche una prospettiva per il popolo palestinese". Alla popolazione palestinese, infatti, "non si può negare questa prospettiva, perché altrimenti si giustificherebbe un'adesione ad Hamas e questo vogliamo che non accada, anzi vogliamo l'esatto contrario". Tra coloro che si oppongono alla soluzione dei due popoli e due Stati c'è proprio il presidente israeliano Benjamin Netanyahu.
Tajani ha però continuato a sottolineare che si tratta della "unica soluzione possibile". Poi ha chiesto che "finisca questa carneficina che ha portato alla morte di migliaia di persone, di civili israeliani e palestinesi. Questa carneficina deve finire". E ancora: "È il momento di sospendere gli scontri. Fin dal primo momento abbiamo detto a Israele, reazione proporzionata. Se non lo è più, non è più condivisibile".
Il ministro non ha risparmiato un durissimo attacco ad Hamas: "Ho visto scene inimmaginabili. È stata una vera caccia all'ebreo, con un comportamento che ricorda quello dei tempi dell'Olocausto, forse anche peggiore. Scene che hanno profondamente ferito il mondo, a conferma che Hamas è una organizzazione terroristica criminale, che ha la responsabilità di ciò che è accaduto".
Nei confronti di Hamas, la richiesta è che ci sia una "liberazione immediata degli ostaggi" israeliani ancora detenuti. Solo ieri, il governo di Israele ha imposto un ultimatum: se gli ostaggi non saranno liberati, le operazioni militari saranno estese a Rafah. In questo momento, nel distretto di Rafah della Striscia di Gaza (al confine con l'Egitto) si trovano circa 1,4 milioni di persone. Molti si sono spostati dal Nord della Striscia quando Israele ha bombardato quell'area. Ora però il governo di Netanyahu ha annunciato l'intenzione di un intervento militare via terra proprio a Rafah, mentre non c'è un piano di evacuazione per i civili presenti.
"Lavoriamo per una de-escalation e chiediamo che ci sia una sospensione dei combattimenti", ha concluso Tajani. La necessità, in questo momento, è quella di "aiutare la popolazione civile a Gaza e di proteggere tutti i cittadini, compresi donne e bambini".