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Israele-Hamas, Orlando alla Festa nazionale di Dems: “No alla logica delle armi e della vendetta”

Andrea Orlando nel suo intervento a conclusione della Festa nazionale di Dems, associazione da lui fondata e di cui è presidente, a Rimini: “Non rassegnarci all’idea che l’unico modo di risoluzione delle controversie sia logica delle armi e della vendetta in Medio Oriente. Salario Minimo? Effetto Frankenstein di Meloni sul Cnel”.
A cura di Ida Artiaco
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"Io penso che non sia giusto rinunciare alla complessità nell'affrontare questo passaggio, nel senso che non mi convince l'appello che implicitamente fa la destra, ma non soltanto la destra, a difendere l'Occidente rinunciando ad essere l'Occidente, rinunciando alle peculiarità della nostra cultura democratica, il riconoscimento della complessità delle situazioni, la capacità del dialogo, la capacità di cogliere le contraddizioni".

È quanto ha dichiarato oggi il deputato Pd Andrea Orlando nel suo intervento conclusivo della Festa nazionale di Dems, associazione da lui fondata e di cui è presidente, a Rimini.

Il deputato, commentando la situazione in Medio Oriente dopo l'attacco di sabato scorso di Hamas contro Israele, ha continuato affermando che "non mi convince l'idea secondo la quale il problema sia semplicemente schierarsi. Noi non abbiamo problemi a riconoscere il diritto di Israele alla sua esistenza e ad un futuro di pace, ma non ci risparmiamo il richiamo alle regole del diritto internazionale, quelle del diritto internazionale di guerra. E soprattutto non vogliamo che questo passaggio così complicato sia vissuto dal nostro mondo al quale apparteniamo e nel quale ci collochiamo, come la riedizione della risposta all'11 settembre".

E ancora: "C'è una chiusura identitaria e una riduzione degli spazi di libertà e di pluralismo, anche nel nostro campo. Perché è il pluralismo e la capacità di cogliere la complessità che ci fa dare ragione ad Israele e riconoscere il suo valore come democrazia, collocata in un mondo che non conosce la democrazia. Che ci consente di spiegare a quei giovani studenti che sventolano la bandiera palestinese che Hamas non è Al-Fatah e non è l'organizzazione di liberazione della Palestina. Non è un movimento laico di ispirazione sociale, ma è un movimento reazionario e integralista. Ma contemporaneamente ci consente di non rassegnarci all'idea che l'unico modo di risoluzione delle controversie sia logica delle armi e della vendetta".

Orlando, nel corso del suo intervento ha parlato anche del tema del salario minimo: "Quando noi poniamo la questione salariale non poniamo soltanto una questione di equità, perché, con buona pace di Brunetta, se diciamo che la contrattazione copre il 95% dei lavoratori italiani e poi contemporaneamente che in 40 anni i salari anziché andare avanti sono andati indietro del 3%, è la dimostrazione palmare che la contrattazione da sola non funziona. Diciamo che sul Cnel c'è stato un effetto Frankenstein, la Meloni ha prodotto una cosa che io temo non riuscirà a controllare conoscendo Brunetta, ma lo dico con grande affetto riconoscendo anche delle doti a Brunetta".

Secondo Orlando, "non serviva investire il Cnel per scoprire che Brunetta era contrario al salario minimo, bastava guardare i verbali del governo Draghi nel quale quell'ipotesi non è stata presa in considerazione, ci fu una divisione politica dentro quel governo su questo tema. Ma quando noi poniamo una questione dei salari poniamo una grande questione di competitività del paese perché non si sta parlando in questo momento del fatto che questo paese è un paese nel quale per dieci persone che vanno in pensione soltanto otto entrano nel mercato del lavoro, perché l'inverno demografico di cui per tanti anni si è parlato sta entrando dentro il mercato del lavoro e mentre non entrano nuovi lavoratori contemporaneamente nell'arco degli ultimi tre anni oltre un milione di italiani se ne sono andati a lavorare in altri paesi".

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