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Manovra 2025

Irpef 2025, come funzionano le nuove aliquote e chi rischia di pagare più tasse

La riforma dell’Irpef per il 2025 stabilizza la divisione in tre aliquote già in vigore quest’anno. Secondo un calcolo dell’Ufficio parlamentare di bilancio, però, i redditi nello scaglione da 32mila a 40mila euro saranno penalizzati. Una critica a cui il Mef ha risposto dicendo che è una forzatura. Ecco cosa dice la Manovra per il prossimo anno.
A cura di Luca Pons
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Nella legge di bilancio 2025 la riforma dell'Irpef occupa buona parte delle risorse stanziate dal governo Meloni, insieme alla conferma del taglio del cuneo fiscale. Per quanto riguarda l'imposta sui redditi, i soldi servono a confermare in modo strutturale – quindi fisso, e non più da rinnovare di anno in anno – la divisione in tre aliquote. Tuttavia, uno studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio ha sollevato il dubbio che una specifica fascia di reddito, quella tra 32mila e 40mila euro dichiarati, si troverà a pagare un'aliquota ben più alta. A questa osservazione ha risposto il ministero dell'Economia, sostenendo che si tratta di una "interpretazione forzata" perché non tiene in conto tutti i vantaggi fiscali per quella stessa fascia.

Le nuove aliquote Irpef 2025

Le aliquote Irpef come detto diventano tre in modo stabile. Abbandonate le quattro varate dal governo Draghi, la suddivisione diventa:

  • fino a 28mila euro si paga il 23%
  • tra 28mila e 50mila euro si paga il 35%
  • oltre i 50mila euro si paga il 43%

Rispetto al modello precedente, questo porta un leggero vantaggio a chi guadagna più di 15mila euro. Lo ‘sconto' è di poche decine di euro all'anno e aumenta con il reddito: sopra i 28mila euro di entrate diventa di 260 euro annuali.

Questa è la struttura di base, e per sapere se ci saranno altre modifiche bisogna aspettare che proseguano i lavori sulla manovra. Forza Italia ha chiesto di abbassare l'aliquota di mezzo, dal 35% al 33%, e di allargarla fino ai 60mila euro di reddito. A guadagnarci di più naturalmente sarebbe chi supera i 50mila euro di entrate, che si ritroverebbe con uno sconto significativo sulla parte più alta del proprio reddito. Dipenderà anche dai soldi accumulati con le adesioni al concordato preventivo per le partite Iva: potrebbero servire fino a due miliardi e mezzo di euro, che probabilmente non sono arrivati.

Chi rischia di pagare il 56% di tasse con gli scaglioni 2025

L'Ufficio parlamentare di bilancio, nella sua audizione sulla manovra, ha sottolineato che c'è un problema in questa nuova divisione. O meglio, più in generale nella riforma portata avanti dal governo Meloni, che include anche il taglio del cuneo fiscale e la cancellazione di alcune detrazioni – in particolare per i redditi oltre i 75mila euro, che potrebbero pagare anche 2mila euro in più di tasse.

Il nuovo taglio del cuneo, invece di portare un rialzo in busta paga grazie alla riduzione dei contributi da versare all'Inps (compensati dallo Stato) come avvenuto quest'anno, avrà un doppio meccanismo. Chi prende fino a 20mila euro all'anno avrà direttamente un ‘bonus' calcolato sul reddito e inserito in busta paga. Chi prende da 20mila a 32mila euro otterrà invece uno sgravio fiscale fisso di mille euro all'anno.

Il problema sorge da qui in su. Per i redditi da 32mila a 40mila euro, infatti, lo stesso sgravio fiscale sarà ridotto gradualmente, fino a scendere a zero. Il calcolo dell'Upb è che in questo modo, tenendo conto delle detrazioni a cui si ha diritto e dell'imposta da pagare, chi prende tra i 32mila e i 40mila euro dovrà versare un'imposta di circa il 56%. Questo sarebbe l'effetto del taglio delle detrazioni, che fa aumentare immediatamente le tasse da pagare.

La replica del Mef

Va detto che sul tema è arrivata una risposta del ministero dell'Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti. Quella dell'Ufficio parlamentare di bilancio, ha detto il ministero, sarebbe una "interpretazione forzata e fuorviante". Il motivo è che prenderebbe "un dato parziale senza considerare l’insieme delle misure che recano benefici fiscali in favore dei redditi medi".

Il Mef ha quindi concluso sottolineando esplicitamente: "Il combinato effetto del taglio del cuneo, detrazioni e tagli fiscali contenuti nella manovra economica 2025 porta vantaggi economici incontrovertibili su tutti i redditi fino a 40mila euro".

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