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Opinioni

Io, buonista pentito, vi chiedo una mano: aiutatemi a dire la verità sui migranti

Mi avete convinto: il buonismo è insostenibile, inadeguato, ridicolo. E però, ora mi serve una mano.
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Lo confesso, mi avete convinto. Me lo avete scritto decine, forse centinaia di volte, con tutta l’enfasi e la decisione (diciamo così, va) di cui siete capaci: “I buonisti come te stanno rovinando l’Italia”. Del resto, lo dite sempre, “qui non c’è posto per tutti”, “non c’è lavoro nemmeno per gli italiani”, “non possiamo mantenere tutta l’Africa”. Poi c’è anche la questione delle cooperative rosse e tutto il “magna magna di Mafia Capitale”; ci sono gli alberghi a 4 stelle che ci costano tanto, troppo; c’è il rischio terrorismo, ci sono le malattie, c’è l’invasione pianificata. E se l’Europa non fa niente, perché dovremmo fare tutto noi?

Insomma, mi avete convinto. Però, ecco, ancora non riesco a capire bene alcune cose. E ho il terrore di non essere capace di comportarmi come voi e di continuare ad agire, a pensare, come un buonista del cazzo. Quindi vi chiedo di aiutarmi a rispondere alle domande che ancora mi tormentano e mi tengono ancorato al mondo del passato, quello della solidarietà, dell’accoglienza, dell’amore per il prossimo.

Come si fa a restare indifferenti di fronte al dramma di migliaia di persone? Come si fa a voltarsi dall'altra parte e non provare compassione, empatia, sofferenza?
Come si fa a distinguere tra migranti economici, profughi, rifugiati, disperati? Come si può pensare che un'etichetta basti a lavare la nostra coscienza?
Come faccio a bollare come "clandestino" chi ha la sola colpa di cercare un rifugio da guerra, povertà, carestie?
Come si fa a spiegare ad un bambino che non ha diritto ad una vita dignitosa, o anche soltanto ad una vita, solo perché è nato dall'altra parte del Mediterraneo?
Come si fa a dire "non c'è posto", se arrivano 100mila persone in una nazione che ha 60 milioni di abitanti?
Come faccio a ripetere che "vengono tutti qui", malgrado il numero dei rifugiati in Italia sia in proporzione molto più alto in Paesi come la Francia, la Svezia, la Germania?
Come posso convincere gli altri del fatto che diamo asilo a tutti, malgrado i dati dicano che accogliamo meno richieste della media europea?
Come posso sostenere contro ogni evidenza statistica che "la stragrande maggioranza" dei migranti finisce per delinquere?
Come si riesce a strumentalizzare ogni episodio di cronaca nera, in un senso o nell'altro, senza provare un minimo di vergogna?
Come posso sostenere che qui arrivano solo baldi giovani in buona salute e pochissime donne e bambini, senza un appiglio reale o la benché minima aderenza alla realtà?
Come faccio a continuare a ripetermi che i profughi li ospitiamo nel lusso con tutti i confort, mentre loro si lamentano del cibo e del servizio in camera?

Come devo fare a parlare di allarme terrorismo, malgrado i fatti dicano tutto il contrario?
Come posso rilanciare allarmi inconsistenti su malattie, epidemie e collassi del sistema sanitario senza avere un po' di rimorso?
Come posso continuare a prendermela con l'Europa che non fa niente e allo stesso tempo incazzarmi perché l'Europa approva l'agenda Juncker?
Come faccio a non pensare che quella dei campi profughi in cambio di quote – elemosina sia una pessima idea?
Come posso prendermela con i tedeschi cattivoni, anche quando decidono di accogliere i rifugiati siriani?
Come posso cominciare a pensare che sparare ai migranti sui barconi sia una soluzione umanamente accettabile?
Come faccio a far finta di non sapere che persino per le operazioni di contrasto agli scafisti in acque internazionali serve il via libera dell'Onu? E che non esistono mai soluzioni semplici, semplicistiche ed immediate a problemi dannatamente complessi?

Come si fa a dire "prima gli italiani" senza farsi sfiorare dal dubbio che le due cose non c'entrino nulla?
Come si fa a dire "prima gli italiani" senza pensare di essere strumento di chi vuole la guerra fra poveri, di chi specula sulla vera sofferenza delle famiglie italiane, di chi non esita a sfruttare persino i suicidi delle persone per qualche applauso in più?
Come si fa a dire "prima gli italiani" citando dati fasulli, notizie farlocche e bufale razziste senza provare un minimo di vergogna?
Come si fa a dire "prima gli italiani", citare Mafia capitale in ogni conversazione, dimenticando che a speculare sull'accoglienza sono, appunto, gli italiani?

Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che non possiamo spendere 110 milioni di euro l'anno? Con una spesa pubblica di 880 miliardi di euro l'anno poi…
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che l'emergenza è finita?
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che "invogliava" i profughi a venire in Italia sapendo che avrebbero beneficiato del "servizio taxi" della Marina Militare? Ma allora perché gli sbarchi continuano?
Come è possibile giustificare la sospensione di Mare Nostrum dicendo che serviva un impegno europeo? Ma allora perché abbiamo cambiato le regole di ingaggio? Non bastava coinvolgere l'Europa in Mare Nostrum, invece di "sperimentare" Triton, Triton 2.0 e chissà che altro?

Come si fa a pensare di rispondere ad una emergenza globale che è assieme demografica, politica, sociale, culturale con i muri, col filo spinato, coi respingimenti?
Come posso sostenere senza abbassare lo sguardo idee come quella del "pocket lunch", ovvero del panino e della bottiglia d'acqua lanciati ai profughi nei barconi prima di rimandarli indietro?
Come pensare ai respingimenti senza considerare il destino di migliaia di persone?
Come giustificare la contrarietà alle operazioni di search and rescue, ovvero quelle che ci impongono la ricerca e l'aiuto in mare a chi sta affogando, pensando di poter dare una mano "solo a chi ne ha diritto"? Da quando la sopravvivenza è un diritto di pochi?
Cosa significa esattamente "accogliamo solo chi sul serio scappa dalla guerra" e rimandiamo a casa tutti gli altri? Ma i rimpatri non li stiamo già facendo da un pezzo? E come facciamo ad impedire a chi cerca una vita migliore di lottare contro la fame, le malattie?
Come faccio a ripetere "aiutiamoli a casa loro", senza ricordare il fatto che da anni continuiamo a diminuire i soldi destinati alla cooperazione e allo sviluppo?
Come posso rispondere a chi mi fa notare che non è fattibile l'idea di andare direttamente sulla costa libica a fare una "selezione" degli ingressi? Anche perché non sapremmo che fine farebbe la gente che non ha i requisiti e nessuna garanzia sul fatto che non proverebbero comunque a raggiungere il nostro Paese, giusto?

Insomma, io ce la metterò tutta per smetterla di essere un buonista del cavolo. Ma dovete aiutarmi voi, perché io a queste, ed altre, domande temo davvero di non riuscire più a rispondere.
PS: Che poi io sono convinto che ad un certo punto si possa arrivare finanche fare a meno della forza degli argomenti razionali. Semplicemente perché la carica emotiva, l’empatia e secoli di civiltà si impongono e ci mettono di fronte ad una scelta: restare umani o rassegnarsi all’abisso. Cedendo al cinismo, alla paura, all’egoismo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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