Invasione russa in Ucraina, Rete Pace e Disarmo a Fanpage.it: “Rischiamo una guerra nucleare”
Dopo la decisione di Putin di invadere l'Ucraina il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato oggi pomeriggio il Consiglio supremo di difesa al Quirinale, per valutare le prossime azioni dell'Italia. Con l'escalation militare di queste ore la Rete italiana Pace e disarmo chiede di bloccare ostilità, condannando l'operazione messa in campo questa notte dalla Russia.
Contattato da Fanpage.it Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Pace e Disarmo, che ha seguito in queste settimane lo sviluppo della crisi, elenca le richieste dell'organizzazione per arrivare a una soluzione diplomatica, per evitare un bagno di sangue.
Nell'appello lanciato alle istituzioni internazionali si invitano il governo italiano e all'Unione Europea a chiedere in modo fermo una cessazione degli scontri, di pretendere dalla Russia il ritiro delle proprie forze militari da tutto il territorio ucraino, oltre alla revoca immediata del riconoscimento dell'indipendenza delle Repubbliche filo del Donbass di Donetsk e Lugansk; inoltre viene chiesto di garantire un passaggio sicuro alle agenzie internazionali e alle organizzazioni non governative per fornire assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta dal conflitto.
Le altre azioni che potrebbero evitare un peggioramento della situazione sarebbero secondo la Rete Pace e Disarmo il riconoscimento da parte dell'Ucraina dell'autonomia del Donbass prevista dagli accordi di Minsk, mai attuata, il rispetto della popolazione russofona, la cessazione dei bombardamenti in Donbass, lo scioglimento delle milizie di matrice nazista. Una volta raggiunto il cessate il fuoco, bisogna attivarsi per una conseguente de-escalation della crisi nel pieno rispetto del diritto internazionale, affidando alle Nazioni Unite il compito di gestire e risolvere i conflitti tra Stati con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, della cooperazione, del diritto internazionale.
Nel comunicato si sottolinea ancora l'importanza di fermare qualsiasi tipo di ingerenza nella vita interna dell'Ucraina, e si chiede di favorire "l'avvio di trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l'Ue che la Federazione Russa; una volta cessati gli scontri la soluzione per una vera strada di pace non potrà comunque essere il militarismo, ma dovrà partire dal coinvolgimento democratico e da scelte forti di demilitarizzazione e disarmo".
"Bisogna lavorare per una de-escalation della crisi perché siamo sul bordo di possibili conseguenze devastanti e c'è un grande rischio di coinvolgimento nucleare, perché la Russia è una potenza nucleare", ha sottolineato Vignarca. "Ovviamente tutto quello che è successo nelle ultime settimane è responsabilità di Putin, ma è nato a partire da una situazione di assenza di pace, e di continuo attrito, che è responsabilità di tutti coloro che hanno attuato politiche e stanziato soldi per la militarizzazione".
"Non sappiamo ancora che tipo di coinvolgimento avrà l'Italia, se davvero darà solo supporto di tipo logistico. Non c'è una reazione automatica della Nato perché l'Ucraina non è un membro dell'organizzazione internazionale e non gode della garanzia dell'intervento degli altri membri dell'Alleanza sancita dall'articolo 5 del Trattato dell'Atlantico del Nord. Ci sono alcuni Paesi che hanno chiesto un dibattito nell'ambito dell'articolo 4 della Nato, che è quello che prevede che i Paesi dell'Alleanza si consultino ogni volta che, nell'opinione di uno di essi, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti viene minacciata".
"Già nel 2019 noi avevamo detto che il fatto che Putin e Trump avessero stracciato il Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) avrebbe portato l'Europa a diventare parte dello scacchiere militare e ci avrebbe portato la guerra in casa. A maggior ragione oggi dobbiamo capire che il tema del disarmo nucleare è cruciale", ha aggiunto Vignarca.
"Nel quadro di una situazione che è cambiata molto rispetto alle prospettive la convocazione del Consiglio supremo di Difesa da parte del Capo dello Stato è un passaggio obbligato. È quello il luogo istituzionale in cui vanno fatte tutte le valutazioni. Noi chiediamo che in quell'ambito venga dato seguito alle nostre richieste per prevenire l'escalation di violenza. Ma non sappiamo ancora quali saranno le intenzioni del governo, anche in base alle decisioni dell'Alleanza Atlantica, possiamo solo auspicare che agiscano per una soluzione pacifica".